Conversazioni con i robot: voce, smart agent e contenuti strutturati

Voice user interfaces, smart software agents e la ricerca AI-powered stanno cambiando il modo in cui gli utenti (e i computer) interagiscono con il contenuto. Che stiate costruendo servizi per queste tecnologie emergenti oppure no, il contenuto strutturato è ormai necessario per assicurare l’accuratezza e l’integrità del vostro contenuto nel panorama digitale in evoluzione.

L’imminente rivoluzione nell’email design

L’email non si sta solo evolvendo, sta organizzando un golpe. Sempre più designer se ne stanno uscendo con nuovi esaltanti modi per portare nell’umile inbox effetti come l’animazione e l’interazione. In maniera determinante, per la prima volta, i produttori di client email come Microsoft e Google stanno ascoltando le preoccupazioni espresse dai professionisti dell’email. Il web sta filtrando nella inbox, scrive Jason Rodriguez. Non rimanete indietro.

Standardizzazione e Open Web

In che modo gli standard web diventano, ehm, standard? Sebbene siano spesso formalizzati dalle organizzazioni ufficiali che si occupano di creare standard, possono anche emergere attraverso pratiche popolari all’interno della comunità degli sviluppatori. Se entrambe le parti non lavorano insieme, si rischia di rallentarne l’implementazione, di soffocare la creatività e di perdere terreno per colpa della politica e di una certa paralisi. Jory Burson fa luce su cosa storicamente ha sostenuto i processi di standardizzazione del web e cosa questo significhi per il futuro dell’open web.

Che i link siano link!

La nozione del web come piattaforma per applicazioni non è mai stata più popolare. I framework single-page come Ember e Angular rendono semplice creare applicazioni complesse che offrono esperienze più ricche e più robuste di quello che possono fare i siti web tradizionali. Ma questo beneficio ha un costo. Ross Penman ci dice cosa possiamo fare per questo problema.

Quantity Queries per CSS

Nel responsive design pensiamo molto allo spazio, specialmente nel contesto delle dimensioni di schermo, ma è destino che la quantità di contenuto o il numero di elementi influenzino anche loro lo spazio, esattamente altrettanto imprevedibilmente e, se non vogliamo che i nostri design si impongano sui contenuti, abbiamo bisogno di modi nuovi per rendere i nostri design coscienti del cambiamento di quantità del contenuto. Heydon Pickering ci guida attraverso una nuova idea per creare breakpoint di stile per le quantità di elementi HTML.

Pianificazione per la performance

Dovremmo costruire siti che non sono solo responsive, ma sostenibili, accessibili globalmente e, beh, responsabili, come suggerisce Scott Jehl nel suo nuovo libro, Responsible Responsive Design. I nostri approcci ai siti web responsive devono considerare device in continua mutazione, reti limitate e contesti inaspettati. In questo estratto dal Capitolo 3, Scott discute i tempi di page load e la consegna responsabile del codice.

Immagini responsive in pratica

Quando creiamo un design responsive, il nostro contenuto fluisce elegantemente ed efficacemente in ogni device. Tutto il nostro contenuto, eccezion fatta per le immagini. Ora non più. Eric Portis ci guida alla scoperta del nuovo elemento picture e di altri attributi che ci permettono di inserire nel markup più sorgenti alternative. Scoprite adesso come usare le immagini responsive: mandate le migliori immagini per ogni contesto, tagliate il peso della pagina e velocizzate la performance.

CSS assiomatico e gufi lobotomizzati

Gestire il flow content può diventare macchinoso: troppi selettori di class possono far venire un mal di testa da specificity, gli stili annidati possono diventare ridondanti e i creatori del contenuto non sono sempre in grado di capire il markup presentational. Heydon Pickering offre un’opzione inaspettata per gestire gli stili a cascata in maniera più efficiente: una variazione del selettore universale.

Un passo avanti: migliorare la performance con il prebrowsing

Vogliamo siti web più veloci e i browser ci aiutano a raggiungere questo obiettivo, ricercando pattern di navigazione degli utenti, analizzandone i comportamenti e facendo supposizioni su dove potrebbero cliccare successivamente. Ma noi conosciamo meglio sia i nostri siti sia i nostri utenti e possiamo usare questi dati per far lavorare i browser in maniera proattiva. Il predictive browsing mette in coda le risorse ancora prima che gli utenti le richiedano, creando un’esperienza più veloce e senza intoppi. Santiago Valdarrama esamina costi e benefici di tre tecniche a nostra disposizione per il prebrowsing.