La consapevolezza di un audit manuale della performance

A volte, dobbiamo far passare tutti i vestiti che abbiamo nell’armadio uno a uno per separare quelli da buttare, quelli che non vogliamo tenere e quelli comprati d’impulso da quelli di cui abbiamo davvero bisogno. Chip Cullen sostiene che fare di tanto in tanto un audit della performance a mano ci dia un’immagine dettagliata del nostro lavoro, aumenti la nostra consapevolezza di quello che chiediamo ai nostri utenti e ci permetta di dare forma a quello che abbiamo scoperto in modi che hanno senso per gli stakeholder.

Concentratevi su quello che sapete fare meglio e date in outsourcing il resto

Dobbiamo gestire moltissime cose a supporto dell’attività che effettivamente facciamo per vivere. Queste ci rallentano e ci tolgono risorse per essere produttivi nella nostra specialità. Ciononostante, pensiamo di dover fare tutto noi, indipendentemente da quanto sia difficile. Suzanne Scacca sostiene che scaricare su qualcun altro parte delle nostre responsabilità o dare in outsourcing alcuni task che non rientrano nella propria area di competenza sia un buon investimento. In questo modo, si può liberare del tempo per fare quello che ci riesce meglio.

Design discovery pratica

Quando non possiamo ricondurre delle decisioni di basso livello a uno specifico obiettivo o a una dichiarazione di un problema, perdiamo di vista quello che dovremmo e non dovremmo fare in un progetto. Dan Brown ci mostra in che modo creare asserzioni che impediscano al design di deragliare.

Guerrilla Innovation

Se non lavorate in un posto come Google o 3M, aziende celebrate per innovazioni gratificanti, non disperate: potete ancora proporre idee, vederle guadagnare terreno e osservare la vostra azienda evolversi per il meglio.Dovete solo essere astuti nella tattica che impiegate. Janice Gervais ha alcuni consigli su come mettere in pratica una guerrilla innovation efficace.

Mixare i colori per il Web con Sass

Usiamo il colore per influenzare gli stati d’animo, per creare un’ambientazione e per raccontare una storia. 125 anni fa, il pittore impressionista Claude Monet cambiò il modo in cui pensiamo al colore descrivendo il ruolo della luce in esso. Le sue osservazioni sono andate in gran parte perse nel design per il web, ma un preprocessore come Sass offre un potere inedito per mischiare tinte e tonalità che pervaderanno le nostre palette con più sfumature.

Dalle pagine ai pattern: un esercizio per tutti

Quando si pensa in termini di pagine, potrebbe sembrare naturale che il design dei componenti e il design della pagina viaggino in tandem. Ma questo può indebolire l’abilità di un team di dare nomi ai componenti e di creare un vocabolario condiviso. Con i colleghi di Clearleft, Charlotte Jackson ha sviluppato un esercizio per aiutare tutti ad adottare il pattern thinking. Ci guida attraverso il processo passo dopo passo, incoraggiandoci ad allontanarci dai nostri monitor e a concentrarci prima sul pensiero, sul linguaggio e sull’approccio.

Scegliere un CMS che sarà amato dalla vostra azienda

Probabilmente stiamo usando i criteri sbagliati nell’infinita ricerca del CMS perfetto. Troppo spesso, ci avviciniamo alla selezione del CMS con costi o funzionalità come riga finale del bilancio, il che ci porta a soluzioni che sembrano belle, ma poi ai fatica ad adattarli al workflow interno. Ma trovare uno strumento che soddisfi i requisiti dell’azienda significa spostare l’attenzione. Artas Bartas presenta tre modi di affrontare il processo di selezione del CMS tenendo ben presente i bisogni e processi del vostro team.

Gestire il CMS

Dal momento che ogni sito ha bisogni unici, i content management system dovrebbero essere tutti diversi. Quando si implementa e personalizza un nuovo CMS, scrive Rory Douglas, dovete dare ai vostri utenti solo ed esclusivamente la libertà di cui hanno bisogno, ma non tale da poter fare disastri. Vi ameranno per questo.

Pensare in maniera responsive: un framework per l’apprendimento futuro

Il responsive web design ha cambiato tutto del modo in cui pensiamo e lavoriamo sul web e, da cinque anni a questa parte, stiamo ancora esplorando i modi migliori per avvicinarci alla nostra professione. Se vogliamo un web che sia davvero universale, dobbiamo considerare i nostri utenti, il nostro medium e i nostri team in modi nuovi e flessibili. Osservando da dove siamo venuti e verso cosa ci stiamo muovendo, Paul Robert Lloyd propone un framework filosofico per il nostro lavoro sul responsive web.

Il linguaggio del design modulare

Addio pagine, benvenuti sistemi! Quando suddividiamo le cose nelle loro unità atomiche, gli elementi di design diventano più scalabili e sostituibili, più semplici da testare e più rapidi da assemblare. Alla Kholmatova enfatizza come un vocabolario condiviso dovrebbe essere il punto di inizio per i team che vogliono adottare un approccio modulare al design. Cominciamo dal linguaggio, non dalle interfacce.