Creare contratti per il XXI secolo

Un contratto nel mondo del design è come un biglietto da visita: proviene dalla stessa scrivania e porta lo stesso marchio creativo. Ma è anche un biglietto da visita che non fa piacere distribuire: una cartella con del materiale legale in un linguaggio incomprensibile, con una formattazione terribile che fa venire in mente al cliente qualsiasi cosa che può andare storto senza nemmeno aver cominciato il lavoro. Se vogliamo gestire i problemi di leggibilità peculiari della nostra era e migliorare la comunicazione con i nostri clienti, allora è tempo di sistemare il linguaggio, il layout e la composizione dei nostri contratti. E chi può farlo meglio di un designer? Veronica Picciafuoco ci mostra come aggiornare i nostri contratti per far sì che siano al pari del brand che abbiamo accuratamente creato possa anche aiutare il raggiungimento di un accordo in tempi rapidi e perfino rafforzare la propria posizione durante la negoziazione.

La traduzione è UX

Noi, le persone che creano i siti web, studiamo praticamente tutti gli aspetti del nostro business, dal contenuto all’usabilità, dall’art direction alla tipografia. La nostra attenzione per i dettagli non è mai stata così grande da quando lottiamo per offrire la migliore esperienza possibile. Tuttavia molti utenti fanno ancora esperienza di prodotti a cui manca la personalità o che sono difficili da comprendere: sono utenti di una versione tradotta. Mentre una buona localizzazione fa aumentare il conversion rate, una traduzione pessima o parziale può rovinare una user experience, dando alle persone una sensazione di disagio riguardo l’intera azienda. Se ci interessiamo in maniera eguale a tutti i nostri utenti, è ora di cominciare a pensare alla traduzione come a qualcosa di più complesso di un lavoro parola per parola. Antoine Lefeuvre condivide con noi la sua idea sul perché la traduzione sia importante e cosa serve per farla bene.