Io non sono il Signor Lebowski, lei è il Signor Lebowski. Io sono Drugo, è così che deve chiamarmi, capito?
L’articolo prosegue sotto—Il Grande Lebowski, versione Italiana
C’è un mondo in cui l’arcinemico di Harry Potter è “Du-weißt-schon-wer”, gli utenti di Facebook fanno click sul pulsante “Me gusta” e “the Dude” è “Drugo”. Questo mondo è il mondo tradotto.
Noi, le persone che creano siti web, oggi studiamo praticamente tutti i dettagli del nostro lavoro, dal contenuto all’usabilità, dall’art direction alla tipografia. La nostra attenzione per i dettagli non è mai stata così grande, nel tentativo di offrire la miglior esperienza possibile. Tuttavia, molti utenti fanno ancora esperienza di prodotti a cui manca la personalità o che sono difficili da comprendere.
Sono gli utenti di una versione tradotta.
Quando ci impegniamo ad abbracciare la natura flessibile del web, per rendere i nostri siti responsive e addirittura “future-ready”, di solito parliamo di una varietà di device, ma la diversità del web appare anche sotto forma di diversi linguaggi e culture.
La traduzione riguarda l’esperienza degli utenti e il successo delle nostre aziende. È ora di considerare anche la traduzione come parte del nostro lavoro.
Aspettando C-3PO#section1
“Do you want your forum clean like this?”
Avevo appena settato un forum per gli utenti in Francese quando mi sono imbattuto in questo banner piuttosto bizzarro. Mi chiesi: “Cosa rende il forum così pulito? Sistemano il codice ogni giorno?” Dovetti tornare all’inglese per capirlo: “Do you want your own forum like this?”
In Francese, “propre” può avere il significato di “own” o di “clean”, a seconda del modo in cui viene usato. La regola è semplice e la conoscono tutti i traduttori, o meglio, tutti i traduttori umani. Google Translate, il sistema che sta dietro alla versione Francese del forum, ovviamente non la conosce.
Non solo Google Translate, ovviamente. Negli anni ’50, Alan Turing, il padre dell’informatica, realizzò un test per valutare l’intelligenza delle macchine attraverso le conversazioni. Il più grande test di Turing mai realizzato è stato fatto lo scorso Giugno, per celebrare il centenario della sua nascita. Il vincitore avrebbe dovuto essere il più avanzato chatbot mai creato, tuttavia Eugene Goostman, il nome di questo bot, fallì per il 70% delle volte. Quando le macchine saranno in grado di passare il test? Forse nel 2029.
Questo non dovrebbe stupirci: le lingue sono tra i sistemi più complessi e più ricchi inventati dagli esseri umani. Quando le macchine saranno in grado di parlare veramente (e quindi di tradurre), sarà possibile usare Google Translate in un contesto professionale, e senza dubbio in quel momento avremo anche Google Design e Google Copywriting. Tuttavia, ad oggi, Google Translate sta alle traduzioni come la modalità automatica sta alle foto: una soluzione “quick-and-dirty”, fa comodo quando si deve avere un’idea di quello che viene detto del vostro progetto su Weibo (la versione cinese di Twitter), ma non costituisce una valida opzione quando si deve tradurre il proprio sito in spagnolo.
In attesa che arrivi C-3PO, abbiamo bisogno di traduttori professionisti. Dobbiamo inoltre riconoscere la loro creatività e trattarli come nostri pari.
Per un ottimo design ci vuole un’ottima traduzione#section2
Tradurre è un rispettabile, prezioso, creativo e proficuo uso del cervello umano.
—David Bellos, Is That a Fish in Your Ear?
Il Grande Lebowski è un capolavoro. Potrei perfino sostenere che supera l’originale. Tutto è semplicemente perfetto: il doppiaggio, lo humor, il dialogo. I traduttori hanno saputo mantenere l’essenza del film adattandolo per un pubblico che non ha idea di cosa voglia dire “dude”. Sono riusciti a tradurre non solo le parole, ma anche la genialità dei fratelli Coen.
L’email service provider MailChimp è anch’esso un capolavoro. Il team UX di Aarron Walter è riuscito a creare una personalità unica. Molta di questa personalità si manifesta attraverso il copy: i saluti di Freddie, la simpatica mascotte dell’azienda, i messaggi di errore e di aiuto sempre pertinenti, ma soprattutto la voce e il tono “divertenti ma non stupidi, informali ma non superficiali” usati per tutta l’applicazione.
Ora, se si dovesse tradurre MailChimp in spagnolo, russo o cinese, cosa accadrebbe a questa personalità? Cosa vuol dire essere “informali ma non superficiali” in giapponese? Il nome della mascotte dovrebbe rimanere “Freddie Von Chimpenheimer IV” anche in tedesco o potrebbe essere male interpretato? Si può salutare un utente in indiano con “Ciao. Potresti fare il modello part-time”?
Non ci sono risposte semplici a queste domande. Tradurre è come camminare su un filo sospeso: la sfida consiste nel rimanere fedeli al design originale adattandolo ad un nuovo audience, a una diversa cultura.
Se pensate che una macchina possa fare tutto ciò, date un’occhiata alla traduzione di Google del messaggio di successo di MailChimp “High fives! Your list has been imported”:
Cinco años de alta! Su lista ha sido importado.
Mostratelo ad un amico che parla spagnolo e sicuramente vi guarderà stranito.
La strada da percorrere#section3
Il web ospita moltissime innovazioni, ma per quel che riguarda le traduzioni, altri settori sono molto più avanti.
Se vogliamo cogliere i benefici della traduzione, dobbiamo imparare quello che occorre per farla bene e perché è così importante. Lasciate che vi faccia due esempi.
Validazione linguistica#section4
Apparentemente, si direbbe che il business farmaceutico non abbiamo molto da spartire con il web design, ma ha una best practice che potrebbe ispirarci: la validazione linguistica.
L’introduzione di un nuovo farmaco nel mercato è un processo complesso e controllato che include una lunga serie di esperimenti e revisioni. Alcuni di questi test coinvolgono direttamente i pazienti, come i questionari “Patient-Reported Outcomes”, che stimano se un farmaco ha effettivamente migliorato la qualità della vita di un paziente. Tali questionari sono scritti in inglese da specialisti e poi tradotti in centinaia di lingue.
La traduzione ordinaria solitamente è un processo in due fasi: traduzione e revisione (alcuni addirittura saltano quest’ultima fase). La validazione linguistica dei questionari dei pazienti ha degli step aggiuntivi, come ad esempio le traduzioni verso una lingua e poi da questa verso la lingua originaria, e il test pilota.
Perché adottare un processo così complesso e costoso? Per due ragioni: primo, la versione originale è uno strumento di ricerca preciso, in cui nulla è lasciato al caso; secondo, è essenziale che i pazienti comprendano perfettamente le domande, perché quello che riferiscono servirà come dato scientifico. Il questionario deve perciò essere intuitivo e semplice per il paziente.
Il nostro obiettivo non è forse la creazione di prodotti premurosamente progettati, ossia di interfacce user-friendly? Se ci interessano in maniera equa tutti i nostri utenti, è ora di cominciare a pensare alla traduzione come a qualcosa di leggermente più complesso che un processo parola-per-parola.
Competenza culturale#section5
Raving Rabbids è un divertente party game dello studio parigino di Ubisoft. Il team di sviluppo include una specialista in localizzazione che ha la responsabilità delle otto versioni localizzate del gioco. Lavora fianco a fianco con i designer per essere sicura che le battute, i riferimenti e la pazzia generale del gioco siano traducibili. Per gli USA, il mercato più grande di Rabbids, il team ha perfino usufruito dell’aiuto di un duo di Americani di Nickelodeon per degli ulteriori “insight” culturali.
Produrre un video game di successo costa milioni di dollari e ne costa ancora di più se si vuole raggiungere un pubblico internazionale. Dal momento che giocare è un’esperienza così coinvolgente, i team che stanno dietro a Rabbids e ad altri giochi hanno scoperto che gli specialisti della localizzazione sono importantissimi: non gli si dà un prodotto finito per adattarlo, ma vengono coinvolti fin dai primi stadi del progetto, dal momento che il loro feedback sui problemi culturali potrebbe cambiare profondamente la progettazione del gioco.
L’industria dei videogame preferisce il termine “localizzazione” rispetto a “traduzione” perché quest’ultima è troppo spesso limitata al testo. Questo dice molto su quanto venga presa la competenza culturale nelle case di produzione dei videogame, perché sanno che un fraintendimento culturale può mandare in stallo la possibilità di successo e sanno che per ogni dollaro investito nella localizzazione c’è un ritorno di 25$.
Perché sanno che la traduzione, scusate, la localizzazione è UX.
Traducete presto, traducete spesso#section6
La maggior parte delle startup adotta un metodo che può essere definito “il magnate della limonata”: cominciate nel vostro quartiere, tra le persone che conoscete, sarà la vostra miglior scommessa. Fatelo bene a casa vostra prima di espandervi verso altre terre.
Non sto dicendo che non dovreste partire dalla vostra nazione: la conoscenza locale è senza prezzo. Ma perché si deve aspettare per internazionalizzare? A differenza della vendita di limonata, il web è internazionale per sua natura. Fin dal primo giorno, il vostro sito web sarà accessibile da tutte le persone su questo pianeta.
Inoltre, la procrastinazione ha un costo. Secondo Smartling, una compagnia che produce software per traduzioni, “ci possono volere 12-18 mesi prima che le aziende internazionalizzino il proprio codice e lancino il loro primo sito in lingua straniera, assorbendo gran parte delle risorse ingegneristiche dell’azienda.”
Le aziende si trovano di fronte allo stesso problema quando sviluppano una versione mobile del loro sito in un secondo tempo. È un bene che molti adesso adottino il processo “mobile first”.
Forse dovrebbero considerare anche l’approccio “foreign first”.
C’è un mondo enorme là fuori#section7
Quando si viene da un Paese non di lingua inglese, come me, è molto probabile che un approccio “foreign first” corrisponda a “English first”. Ma cosa succede se vivete a New York, Manchester o Auckland? Quali lingue dovreste adottare?
In realtà, la risposta è di non pensare alla “lingua” ma all'”opportunità” e alla “cultura”, come hanno fatto queste tre aziende:
- Wufoo è un noto “form builder” con sede a Tampa, Florida. All’inizio del 2012, ha lanciato Wufoo Español, la sua prima versione straniera. Non troverete la versione spagnola a wufoo.es, ma a wufoo.com.mx, perché hanno visto un’opportunità in un mercato vicino e la lingua era un mezzo per raggiungere quel mercato. Inoltre, Wufoo non mischia la lingua e la cultura locale: ha pianificato di presentare delle ulteriori versioni localizzate per la Spagna e l’Argentina.
- CanaDream è una compagnia di noleggio di camper canadese, il cui sito è disponibile in tre lingue: inglese e francese sono scelte ovvie, ma la terza è più insolita: tedesco. Ancora una volta, l’azienda ha visto un’opportunità: ai tedeschi piace viaggiare in camper. Ma i tedeschi di solito parlano bene inglese, no? Sì, molti lo parlano, ma preferiscono ancora un’azienda che si prenda cura di loro nella loro lingua.
- Bla Bla Car è un servizio di car sharing nato in Francia. In questo caso, appare chiaro che “English first” non è sempre la regola. La prima versione straniera di Bla Bla Car fu in spagnolo. Il mercato del car sharing era meno competitivo in Spagna che in altri Paesi europei e questo diede a Bla Bla Car l’opportunità di testa la sua internazionalizzazione prima di spostarsi su altri mercati, cosa che alla fine fece. Il car sharing diventa sempre più popolare in Europa e l’obiettivo di Bla Bla Car è la leadership nella regione, e in un’area multilingua, il che ha richiesto una traduzione in sette lingue (per il momento, ma altre seguiranno).
Ricerche di mercato super-economiche#section8
La maggior parte delle startup non può permettersi delle ricerche di mercato internazionali. Questo è il motivo per cui si concentrano sul mercato domestico, ma proprio come ci ha insegnato Paul Boag sui test di usabilità super-economici, possiamo trovare anche delle tecniche di ricerca di mercato molto economiche.
Una volta che avete stabilito il vostro Paese obiettivo, andate su ProZ e cercate un traduttore o un’agenzia che abbia sede in quella nazione. Mandate loro un brief del vostro progetto e inviate il prototipo o un accesso alla beta. Chiedete loro di tradurre le schermate chiave. Anche a questo stage potete ottenere molto feedback: “Siete consapevoli che il nome della vostra app si riesce a malapena a pronunciare, per non parlare di ricordarsene, dai brasiliani?”. “Sono sicuro che avere Acme Inc. come cliente sia un gran riferimento negli USA, ma nessuno li conosce qui”. “Questa foto di un ragazzo biondo con gli occhi azzurri non avrà riscontro nel mercato turco”.
Poi chiedete al traduttore di fare un test utente utilizzando la sua rete di proofreader. Non vi servono centinaia di persone, già con dieci partecipanti, scoprirete i più importanti passi falsi culturali. Guadagnerete anche una comprensione generale sul fatto se le persone saranno interessate al vostro progetto, quali saranno le loro domande principali e se gli piacerà il design visuale.
Infine, discutete le vostre personae con il traduttore: magari Harriet dovrebbe essere ribattezzata Maria e trasferita a Valparaiso. Perché non aggiungere Hugo, il tipico backpacker olandese? Con le personae localizzate, tutti i vostri utenti avranno eguale considerazione per tutto il processo di design.
Ovviamente, alla fine vi serviranno dei dati più precisi, ma questa ricerca “quick-and-dirty” è sufficiente per farvi partire. Da qui in poi reitererete.
Il vostro nuovo compagno di squadra#section9
Quando si comincia il processo di traduzione in anticipo, si rende il traduttore parte del team. Ci sono buone possibilità che questa si rivelerà un’ottima esperienza. In Novius, la mia azienda, ha cambiato il modo in cui lavoriamo.
Per i progetti più grandi adesso creiamo e aggiorniamo un glossario, o come mi piace definirlo, uno “style spreadsheet”. I fogli di stile CSS sono compresi sia dai designer sia dagli sviluppatori e garantiscono una consistenza di stile per tutto il sito web. In maniera simile, i glossari sono creati dall’intero team per l’intero team e assicurano consistenza di contenuto. Proprio come è necessario avere uno schema di colori che sia seguito meticolosamente, vorrete anche essere sicuri che “module”, “plugin” ed “extension” non siano tutti usati per fare riferimento allo stesso concetto. La forma e la sostanza.
Abbiamo anche imparato che una traduzione di qualità comincia con il codice. Gli sviluppatori si battono per il codice riutilizzabile e le stringhe non fanno eccezione. A seconda del modo in cui vengono gestite dagli sviluppatori, possono rendere semplice il lavoro del traduttore o virtualmente impossibile.
Quando si ha a che fare con frasi del tipo “1 person has this question” e “X people have this problem, including you”, ai traduttori viene spesso chiesto di tradurre stringhe come “person has”, “people have”, “this”, “question”, “problem” e “including you”.
Anche con il contesto, smontare queste frasi è l’incubo di ogni traduttore. Per le lingue che hanno il genere, la stringa “this” è intraducibile (e.g., esta pregunta e este problema in spagnolo). In molte lingue, come il russo, i plurali possono avere diverse forme (e.g.,, per il plurale “persons”, si può dire quattro челове́ка, ma cinque челове́к). E la lista prosegue.
Dal momento che la lingua non è il codice, gli sviluppatori e i traduttori hanno molto da imparare gli uni dagli altri. I traduttori diranno loro che il software che usano ha una memoria di traduzione, così non c’è bisogno di evitare le ripetizioni. Metteranno in discussione il modo di gestire le variabili nel testo. Decideranno anche insieme quale sistema di internazionalizzazione (come gettext) e quale formato di file di testo (come XML o PO) usare.
Non è una cosa una tantum#section10
Non vi mentirò: una volta che tradotto il vostro sito web, non sarete a posto. Alle persone non importa che stiano usando una versione tradotta: per loro è l’unica versione. Quindi, dovrete continuare a tradurre.
Non gli piacerà essere considerati “utenti mediocri”. Una volta terminata la beta, il 90% tradotto non va bene. Come si sentirebbero i vostri utenti se tutti gli aggiornamenti risultassero in una versione mobile piena di bug? Gli utenti della versione tradotta fanno questa esperienza tutte le volte, con del testo in inglese che se ne esce dal nulla. A peggiorar le cose le feature più nuove, annunciate con orgoglio e attese da lungo tempo, solitamente sono quelle che vengono tradotte parzialmente. Agli utenti arriva il messaggio: non sei abbastanza importante per noi per rendere la qualità della traduzione una nostra priorità.
Mentre una buona localizzazione fa aumentare il conversion rate, una traduzione parziale o mal eseguita può rovinare una user experience, dando agli utenti una sensazione di disagio nei confronti dell’intera azienda: se non riescono nemmeno a fare bene il sito web, come sarà il loro customer support?
In effetti, recentemente ho deciso di non acquistare un servizio perché la pagina con i prezzi diceva “Dare un prezzo a queste scale con la vostra azienda in crescita.”
Indovinate cosa vendevano? Software per le traduzioni.
Un web multilingua#section11
Se voglio venderti qualcosa, parlerò la tua lingua. Se sto comprando, dann müssen Sie Deutsch sprechen.
—Willy Brandt, leader politico della Germania Ovest.
Il linguaggio del web è l’inglese, così come lo è l’HTML. Se il web avesse un capitale, questo si troverebbe da qualche parte nella Baia di San Francisco. I professionisti del Web in tutto il mondo usano espressioni inglesi quasi in tutte le frasi: Like, browser, responsive, tweet, SEO, etc.
Ciononostante, il 73% degli utenti di internet non parla inglese e il loro numero sta aumentando. Stiamo entrando nell’era della glocalisation.
Nell’andare verso il design universale, non dobbiamo dimenticarci delle lingue e delle persone che parlano tali lingue. “Tradurre è scrivere”, dise la scrittrice francese Marguerite Yourcenar.
Oggi possiamo anche dire che tradurre è progettare.
Illustrazioni: {carlok}
Nessun commento
Altro da ALA
Webwaste
Uno strumento essenziale per catturare i vostri progressi lavorativi
Andiamo al cuore dell’accessibilità digitale
JavaScript Responsabile, Parte II
JavaScript Responsabile: parte prima