Il touch aggiunge una nuova dimensione ai nostri design e ci chiede di pensare non solo al canvas dello schermo ma anche al modo in cui gli utenti interagiscono fisicamente con lo schermo stesso. Dobbiamo considerare i bisogni ergonomici del tenere in mano uno smartphone, un tablet o un device ibrido, cambiando mani, con prese diverse e puntando, cliccando e digitando. In questo estratto dal Capitolo 1 di Designing for Touch, Josh Clark esamina il ruolo dei pollici come guida delle nostre interazioni coi device, indipendentemente dalla dimensione dello schermo.
Argomento: Mobile/Multidevice
Ogni settimana appaiono dei nuovi device con una gran varietà di dimensioni di schermo, densità di pixel, tipologie di input e altro ancora. Creare delle grandi esperienze mobile (e immobili). Vincoli, sfide e nuove opportunità. Mobile-first. Content-first. Responsive workflow. Responsive Design + Componenti Server Side (RESS). JavaScript, API e progressive enhancement. Progettare per le mani, le gambe e la scrivania.
Container Queries: uniamo le forze un’altra volta!
Le media queries sono state lo strumento da usare per creare siti responsive, permettendoci di ridimensionare e ricombinare i moduli per adattarli ai vari contesti, layout e viewport. Ma fare affidamento sulle dimensioni fisse della viewport può rapidamente far diventare i fogli di stile dei nodi gordiani. Abbiamo ancora bisogno di un modo future-friendly per gestire i CSS responsive. Mat Marquis esplora il problema e si muove verso la soluzione e ci chiama a raccolta.
Pianificazione per la performance
Dovremmo costruire siti che non sono solo responsive, ma sostenibili, accessibili globalmente e, beh, responsabili, come suggerisce Scott Jehl nel suo nuovo libro, Responsible Responsive Design. I nostri approcci ai siti web responsive devono considerare device in continua mutazione, reti limitate e contesti inaspettati. In questo estratto dal Capitolo 3, Scott discute i tempi di page load e la consegna responsabile del codice.
Progettare Web App Offline-first
Pensiamo sempre che i nostri utenti siano come noi: con gli ultimi device, con il software più recente e con le connessioni più veloci. E mentre noi manteniamo un autentico zoo di vecchi device e browser per i nostri test, passiamo la maggior parte del tempo a creare partendo dalla comodità dei nostri moderni e sempre connessi device desktop. Ma cosa succede quando i nostri utenti scendono nella metropolitana, si imbarcano su un aereo, vanno online in campagna o semplicemente si trovano nell’angolo sbagliato della stanza, quello in cui non arriva internet? La verità è che l’essere offline è un fatto della vita, ma ci sono dei modi per progettare per quando non si è collegati. Alex Feyerke ci racconta tutto.
Consideriamo anche gli schermi grandi
Da più di tre anni ormai stiamo creando design responsive e abbiamo a nostra disposizione delle librerie di pattern per il piccolo schermo e dei portfolio che provano le nostre abilità. Ma per quel che riguarda gli schermi più grandi? Mentre siamo abituati ad usare un design liquido per i breakpoint più piccoli, permettendo al nostro contenuto di espandersi e di contrarsi al bisogno, pochi di noi considerano quello che succede oltre la larghezza massima di circa 960 pixel, che può lasciare molti pixel inutilizzati sugli odierni display desktop. Mike Pick esplora il modo in cui si usa lo spazio negativo, la dimensione, la densità e gli strumenti di layout come le griglie, i moduli e le colonne per andare oltre la barriera del layout da 1024 pixel.
Rapporti con i clienti e il web multi-device
Quando si entra in una stanza con un cliente, si è un visitatore dal futuro. Voi, professionisti del web, passate le vostre giornate immersi nei nuovi paradigmi del web multi-device, ma anche per voi il cambiamento e gli aggiustamenti continui derivanti dal vivere su internet possono sembrare travolgenti. Quindi, come pensate possano sentirsi i vostri clienti? Matt Griffin dice che è ora di toglierci di dosso l’atteggiamento mentale ancora presente che abbiamo ereditato dal mondo della pubblicità, le comunicazioni chiuse e il dramma della grande rivelazione, e creare nuovi sistemi basati sull’onestà, l’inclusione e la comunicazione autentica. In questo modo, i nostri clienti diventeranno dei veri partner, piuttosto che persone che aspettano, confuse e ansiose, man mano che impariamo a navigare meglio insieme questo strano universo digitale in continua evoluzione.
Letture Estive
Presentiamo la seconda Summer Reading List di ALA, un insieme di letture scelte dagli editori, tratte dagli archivi recenti di A List Apart, con l’aggiunta di alcuni dei nostri link preferiti al di fuori di ALA. Le scelte di questa estate sono organizzate in gruppi che riflettono il processo di design e come tutte le buone letture estive, sono leggere così da poter essere facilmente portate in viaggio con noi. Tuffatevi!
Environmental design con la Device API
Alcuni fattori del mondo reale come le batterie scariche e il segnale scarso possono far diventare un incubo anche un’eccellente esperienza digitale. Questi fattori esulano dal nostro controllo e, fino a poco tempo fa, non c’era nulla che potessimo fare, mentre adesso potrebbe esserci. Tim Wright ci spiega in che modo migliorare le esperienze utente in condizioni che cambiano costantemente (e che a volta sono orribili), riflettendo sull’environmental design e sulle Device API.
Viewport irritanti
Ogni settimana, fanno la loro comparsa dei nuovi device che si differenziano tra loro per dimensione dello schermo e densità di pixel, per metodi di input e molto altro ancora. Noi developer e designer concordiamo sull’utilizzo di standard per il markup, per lo stile e per i programmi che creiamo. I produttori di browser, a loro volta, accettano di supportare quegli standard e impostano i comportamenti di default in maniera appropriata, così che noi possiamo rispettare la nostra parte dell’accordo. Questo accordo non ha mai avuto così tanta importanza: questo è il motivo per cui fa male quando un device o un browser fa qualcosa che va contro il nostro accordo, specialmente quando si tratta di noti e fidati amici del web, come Apple. Peter-Paul Koch, Lyza Danger Gardner, Luke Wroblewski e Stephanie Rieger spiegano perché l’ultimo tablet di casa Apple, l’iPad Mini, crea una situazione esasperante per le persone che cercano di fare la cosa giusta creando delle esperienze flessibili e multi-device.
Il vostro contenuto, d’ora in poi mobile
Non è facile rendere mobile-ready il contenuto, ma se vi prendete del tempo per esaminare il contenuto e per strutturarlo per la massima flessibilità e per il massimo riutilizzo, avrete tolto tutti i pezzi irrilevanti e sarete meglio preparati per quando arriverà sul mercato il prossimo gadget. Questo estratto dal nuovo libro di Karen McGrane, citeContent Strategy for Mobile/cite, vi aiuterà a cominciare.