Il Web va a corrente e la stiamo esaurendo

Ce ne accorgiamo quando si esaurisce la batteria del telefono o quando non troviamo una presa di corrente al bar: senza energia è come se avessimo inghiottito la pillola rossa e la magia fosse svanita. La nostra conoscenza, gli amici, i ricordi, perfino le nostre capacità ed identità evaporano senza nemmeno una nuvola di fumo come effetto speciale.

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Ciò nonostante, continuiamo a far crescere il numero di dispositivi presenti nel mondo, pianificando un web delle cose connesse tra loro nella speranza che i poveri verranno affrancati, che l’istruzione sarà gratuita e che i nostri frigoriferi ci diranno che è finita la lattuga. Straordinariamente, non riusciamo a renderci conto che abbiamo sufficienti combustibili fossili per mantenere lo stato attuale solo per poco tempo. È un pensiero mortificante notare che quello che creiamo come professionisti del web esiste non esiste quando manca la corrente.

Ora, non dico che dobbiamo attivare l’allarme anti-incendio e rinunciare ai nostri sogni di eguaglianza per il pervasive computing, ma stiamo attualmente costruendo tali sogni su fondamenta molto fragili. Quello di cui abbiamo bisogno è un modo per far parte della soluzione. Come web designer, probabilmente non costruiamo pannelli solari, ma possiamo parlare di più della sostenibilità e possiamo esercitare il sorprendente potere che risiede nelle piccole e apparentemente insignificanti decisioni di design.

Imparare dalla penuria#section1

La ricercatrice Susan Wyche, specializzata in interazione uomo-macchina, progetta per gli utenti mobile che si trovano nell’Africa rurale, che devono viaggiare per miglia per arrivare al villaggio più vicino per pagare un tizio in un chiosco per poter caricare il proprio feature phone, ogni volta che si scarica. I telefoni di questi utenti hanno tipicamente sette o otto anni (rispetto alla media di 18 mesi del primo mondo1). I nostri telefoni vengono sostituiti quando sono ancora giovani.

storie utente ci ricordano quando sia diventata invisibile l’invecchiamento, ma anche questo può essere cambiato con un processo di decision-making cosciente da parte dei designer. Per esempio, progettare per l’accessibilità, con il supporto per la backward compatibility, permette ai device più vecchi di essere utili più a lungo.

I black out, inoltre, sono parte della routine quotidiana delle città della grande middle-class indiana, come Bangalore, dove gli UX designer stanno rivolgendosi ai propri utenti per consigli per crescere con meno. Un team in IBM Research, guidato da Yedendra Shrinivasan, ha portato avanti uno studio che ha rivelato che là vi è una cultura di conservazione della routine e i suoi risultati forniscono alcune pratiche implicazioni per i designer.

Per esempio, secondo i risultati del team, dovremmo progettare sistemi che forniscano un feedback sul punto di utilizzo e suggeriscano delle misure di efficienza energetica. Il monitoraggio dell’utilizzo di energia non era così utile ai loro partecipanti quanto il feedback specifico per il device insieme alla opportunità e ai suggerimenti per risparmiare di più. Questi utenti sapevano già quanta energia usavano e volevano solo sapere come poterne usare di meno.

Questi stessi approcci potrebbero essere applicati nei paesi già sviluppati in cui, sebbene non ci siano (ancora) dei veri e propri black out di corrente, vogliamo ridurre il consumo. Suggerimenti utili forniti dai nostri device potrebbero essere proprio la cosa giusta.

Per esempio, e se il vostro laptop tracciasse l’uso che ne fate, trovasse che l’avete lasciato tutta la notte e suggerisse uno spegnimento all’ora di andare a letto? E se le mappe sul vostro smartphone potessero darvi le indicazioni che mostrassero delle opzioni di trasporto alternativo associato all’uso delle risorse? Ad esempio, andare al lavoro con la Toyota (8 libbre di CO2/0.3 galloni di benzina), con la metro (2 libbre di CO2/2kWh), o in bicicletta (bruciare 300 calorie).

La ricerca di IBM suggerisce anche che dovremmo progettare sistemi opportunistici che utilizzino l’energia disponibile quando è disponibile: sistemi che non necessitano di essere accesi tutto il tempo, che possano eseguire task solo quando connessi e che possano spegnersi quando non sono in uso.2

Vi presento Brad il tostapane#section2

La sostenibilità è una cosa seria ma può anche essere divertente. Simone Rebaudengo, l’inventore di Brad, un tostapane con delle opinioni riguardanti i suoi proprietari, suggerisce che i prodotti dovrebbero avere il diritto di abbandonarci.

Il suo pazzo suggerimento è che risolviamo la nostra dipendenza materialistica dagli oggetti cambiando il modo in cui progettiamo tali oggetti. “E se le persone non possedessero i prodotti ma li ospitassero?” propone come sfida. Cosa succederebbe se i prodotti volessero a tutti i costi essere usati e, se non utilizzati, potessero lasciarci per qualcuno migliore, qualcuno che avesse più bisogno di loro?

Per dimostrare ciò, Rebaudengo ha creato un progetto prototipale, che descrive come un “vero finto servizio” che è stato testato su strada con un network di tostapani programmati per adorare l’essere usati, completi di sito web geo-mappato. I tostapani comunicavano tra loro online e anche con i loro proprietari su Twitter. Potevano rispondere alla loro frequenza di utilizzo e muovere i manici su e giù per attirare l’attenzione. No, seriamente. La storia di Brad, completa di interviste e di filmati di tostapane nel quartiere, viene narrata in un breve ma molto piacevole video.

Alle parole di Rebaudengo ha fatto eco la curatrice del MOMA Paola Antonelli (che ha acquistato per la collezione del MOMA dei media interattivi come Donkey Kong e Portal) a CHI 2013, dove ha notato che le persone pensano di meno a possedere cose e più ad usarle. Come prova, prendete dei siti come Streetbank, in cui amici e vicini possono condividere cose come i soffiatori per le foglie e l’equipaggiamento per il campeggio, che altrimenti resterebbero anni senza essere usati. I guerrilla gardener e i community gardener usano il suolo pubblico per far crescere e poi condividere prodotti freschi (si vedano l’American Community Gardening Association o Ron Finley, che ha cominciato a far crescere cibo lungo delle strade trascurate di South Los Angeles).

In qualità di designer, come possiamo supportare questa crescente mentalità? Fortunatamente ci sono moltissimi modi meno eccentrici dei tostapane parlanti per essere parte della soluzione.

Cosa possiamo fare#section3

Come web professional, possiamo prendere delle decisioni che preservino le risorse e che le utilizzino in maniera creativa in tutti i nostri touchpoint con i materiali, sia che stiamo pianificando una conferenza, dando forma a un comportamento utente o comprando un caffé. Re-nourish è un’eccellente punto di partenza. Si tratta di un tool che permette di calcolare le risorse di un progetto e spiega come far diventare più eco-friendly il proprio studio, dedicato ai sistemi sostenibili per la comunità del design e della comunicazione. Ma anche se lavoriamo solamente nel virtuale, ci sono dei modi in cui poter agire.

Pianificate eventi a basso consumo energetico#section4

Tendiamo a fare centinaia di eventi, dalle grandi conferenze ai meetup nei pub, e non c’è ragione perché non li si faccia più sostenibili. Quando stavo pianificando una conferenza a Sydney lo scorso anno, il mio team si è rivolto a Sustainable Events Alliance per dei consigli e per una lista di fornitori, per esempio. Alla fine, abbiamo combinato il cordino del badge e il materiale della conferenza in un tag name USB, un semplice cambiamento ma totalmente fattibile che riduce gli sprechi. Ci sono centinaia di decisioni come questa, dalle tazze del caffè riutilizzabili agli omaggi ai parcheggi per bici che, in massa, possono avere un grande impatto.

Progettare per la compatibilità backward#section5

Se non avevate sufficienti ragioni per progettare per l’accessibilità, i telefoni vecchi di otto anni nell’Africa rurale ve ne danno un buon motivo. Le linee guida dell’accessibilità sono una parte dello sforzo verso l’addomesticamento dell’insostenibile velocità con cui si cambia tecnologia.

Ovviamente, non è tutto in nostro poter: fintanto che questo turnover sarà remunerativo per i produttori, la loro product strategy probabilmente lo incoraggerà. Tuttavia, noi possiamo fare la nostra parte progettando per la graceful degradation e il progressive enhancement che permettano ai dispositivi più vecchi di essere usati più a lungo, sperando che i cellulari durino almeno tre anni e per far sì che rimangano inclusi gli utenti nei paesi che già allungano la vita dei device fino al loro limite.

Supportate la tecnologia sostenibile#section6

Possiamo anche fare richieste mediante il nostro potere d’acquisto (gadget lover, prendete nota). Scegliendo di essere degli early adopter di tecnologia sostenibile, state votando per certe priorità e supportando un settore socialmente innovativo.

Ci sono già esempi di caricatori per telefoni alimentati dalle bici, zaini e caricatori solari, che, sebbene non sempre sufficientemente robusti per il mondo in via di sviluppo, funzionano benissimo in centro a Londra o a San Francisco.

Aiutate gli utenti ad usare di meno#section7

Ovviamente però, il nostro più grande impatto potrebbe risiedere nel modo in cui aiutiamo i nostri utenti a prendere decisioni più sostenibili in modo più semplice. Nello stesso modo in cui molte lavatrici e molti appartamenti adesso hanno una valutazione energetica, piccoli frammenti di dati al momento giusto possono fare molto per aiutare gli utenti a scegliere delle opzioni più ecologiche. Tag, filtri di ricerca e feature list potrebbero tutte includere dei criteri di sostenibilità. Questo ovviamente implica il dover pensare alla sostenibilità nelle fasi iniziali di un progetto, così da poter pianificare dei campi del database, delle categorie e dei metadati che rendano possibile tutto questo. Processare grandi dati per visualizzare le informazioni o fornire delle opzioni più sostenibili potrebbe essere la leva che sposta una popolazione.

I designer stanno già usando le loro capacità per generare delle soluzioni creative per risolvere difficili problemi sociali. Iniziative come UX for good e Open IDEO forniscono l’infrastruttura per i professionisti del design perché risolvano grandi problemi insieme. Pensate a quali meraviglie potremmo fare se ci mettessimo a fare problem solving per la sostenibilità tutti insieme come settore!

Non è ora di aggiungere il design sostenibile ad ogni lista di requisiti per un progetto? Sì, la massimizzazione dei profitti, il management e lo status quo ci daranno del filo da torcere, ma, di nuovo, non lavoriamo nel web perché è facile. Siamo qui perché ci piace risolvere problemi difficili, ancora di più quando sono davvero importanti.

Più in fretta ci accorgeremo dell’elefante nella stanza, quanto prima diventeremo parte della soluzione e una soluzione è quello di cui abbiamo bisogno se vogliamo vedere il nostro settore non solo sopravvivere, ma creare un impatto positivo in tutto il mondo per secoli.

Sull’autore

Dorian Peters

Dorian Peters guida la strategia online per la facoltà di educazione dell'Università di Sydney. Attualmente è co-autrice del libro in uscita Positive Computing: Technology for Wellbeing per MIT Press. Ha iniziato la carriera su una Lite-Brite negli anni 80 e adesso progetta interfacce per l'apprendimento e il benessere (fate un giro su: dorian-peters.com).

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