Piccole modifiche alla UI della morale

Un paio di anni fa, mi fu chiesto di contribuire a mettere insieme un codice di condotta per l’IA Summit. Mi misi a ridere.

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Abbiamo bisogno di un codice di condotta qui? L’IA Summit è la conferenza più carina e community-friendly che ci sia! Quei problemi capitano alle altre conferenze! E vogliono che io li aiuti? Ci sono dei marinai invidiosi del mio repertorio di parolacce e sicuramente non ero abbastanza politicamente corretta per partecipare ad una prova simile, ma i presidenti insistettero, quindi, essendo una brava user-centered designer, ho cominciato a chiedere in giro dei pareri su un codice di condotta.

Ho scoperto che le conferenze di design non sono un luogo di incontro per le menti così sicuro come pensavo.

Una donna mi ha raccontato di esser stata molestata da un altro partecipante ad una delle sue conferenze preferita ed era troppo spaventata per riferirlo. “Nessuno mi vedrà mai come qualcosa di diverso da una vittima”, mi disse, “e io ho lavorato troppo duramente per passare come tale”.

Ad un’altra conferenza, una donna è stata svegliata nel mezzo della notte da uno speaker che le chiedeva di andarlo a trovare. Quando l’ha detto all’organizzatore la mattina dopo, questo le disse “Eravamo tutti piuttosto ubriachi la scorsa notte: è un bravo ragazzo, diventa solo un po’ esuberante quando beve.”

Poi c’era la mia piccola storia. Anni fa, all’IA Summit, andai a parlare ad uno speaker riguardo a una cosa che aveva detto. Io sono una donna alta e forte, ma riuscì a bloccarmi contro la ringhiera di un balcone e cercò di baciarmi. Cominciai a chiedermi cosa sarebbe capitato se all’epoca ci fosse stato un codice di condotta. E se ci fosse stato qualcuno con cui parlarne? E se non avessi semplicemente detto “Oh, è solo ubriaco”?

Probabilmente non avrei passato gli ultimi sette anni a evitarlo ad ogni evento a cui ho partecipato e probabilmente quello non avrebbe passato quegli stessi anni a molestare altre donne, donne che ora si stanno perdendo delle incredibili opportunità di apprendimento e networking perché pensavano che sarebbero state molestate.

L’idea di un codice di condotta non mi sembrava più così folle.

Un diabolico problema#section1

Sfortunatamente, per altre persone è ancora un’idea folle. Recentemente, stavo parlando con un altro organizzatore di conferenze riguardo alla realizzazione di un codice di condotta e lui disse: “Certe cose non succedono alle nostre conferenze. Le persone mi conoscono e sanno che possono parlare con me. Un codice di condotta renderebbe le persone nervose perché penserebbero che abbiamo un problema, quando invece non è così.”

Mi chiedo come facesse a saperlo, dal momento che la maggior parte delle vittime non si fa avanti. Non vogliono essere viste come “buzzkill” o che gli venga detto che quello che indossavano o quello che hanno bevuto davano l’impressione che se la stessero cercando. Non è insolito che accada: vediamo tutti i giorni esempi di donne la cui reputazione viene rovinata per aver riportato di una violenza o di una molestia. Su Twitter, le donne che parlano di sessismo nei videogiochi o addirittura pensano che una donna debba essere messa su un francobollo vengono minacciate di morte. Quando si riferiscono questi fatti ci sono delle conseguenze. Riferirli fa paura.

Per potersi sentire sufficientemente sicuri da farsi avanti, i partecipanti e gli speaker devono sapere che gli organizzatori della conferenza prestano attenzione. Dobbiamo avere la garanzia che ascoltino, siano discreti e facciano qualcosa a tal proposito.

Nel suo recente articolo “Why You Want a Code of Conduct & How We Made One,”, Erin Kissane inquadra precisamente il motivo per cui sono assolutamente necessari i codici di condotta:

Definire un codice di condotta vuol dire affermare formalmente che la vostra community, il vostro evento o organizzazione o progetto, non permette intimidazioni o molestie o alcun altro tipo di cose terribili che a quanto pare non siamo in grado di prevenire nel resto del mondo. Vuol dire esprimere e alimentare delle salutari norme nella community. In maniera piccola e limitata, si tratta di offrire un santuario per i vulnerabili: rivendicare uno spazio tangibile, metterlo sotto la vostra protezione e renderlo una casa accogliente per tutti quelli che agiscono con rispetto.

Un codice di condotta è un messaggio, non un messaggio che segnala un problema, ma un messaggio che dice che c’è una soluzione. Un codice di condotta vi dice come funziona una conferenza, proprio come un’etichetta su un pulsante o un triangolo con un punto esclamativo al suo interno.

Ritoccare la UI#section2

Siamo designer.

Ciò significa che facciamo delle scelte riguardanti l’interfaccia che si trova tra le persone e quello che vogliono. Ci prendiamo gioco delle interfacce non chiare, scriviamo libri con titoli come Don’t Make Me Think ma sembra che quando organizziamo conferenze, supponiamo che tutti abbiano la stessa idea sul modo in cui dovrebbero funzionare.

Perché ci aspettiamo che le persone “sappiano semplicemente” come usare questo complesso edificio di architettura e wetware? C’è una lecture, quindi ci si comporterà in maniera professionale! C’è un bar, quindi si berrà e si flirterà! C’è una reception, quindi… Alcol più speaker… Network-flirting? Una conferenza può essere uno spazio complesso da capire perché mischia due cose che solitamente hanno dei confini precisi: il sociale e il lavoro. Se una persona sta lavorando e un’altra cerca delle interazioni sociali, si scatenano dei conflitti.

Questi confini fluidi possono essere particolarmente difficili per gli speaker. I partecipanti si avvicinano spesso agli speaker con delle domande inspirate dalle loro talk, che potrebbero dare inizio ad una conversazione che può portare a del lavoro… O a un appuntamento. È difficile dirlo: flirtare cautamente e fare networking cautamente spesso sembrano la stessa cosa. Le persone si sentono a disagio a dire di no a qualcuno che potrebbe assumerli o impedirgli di essere assunti.

A volte, dopo aver dato una talk, ho confuso l’ammirazione con un tentativo di seduzione, e viceversa. Uno speaker saggio rimane neutrale, ma può essere difficile esserlo dopo un paio di bicchieri di vino. Un codice di condotta è utile perché definisce i parametri dell’interazione. Alcuni codici si sono spinti così tanto in là da dire che se sei uno speaker, non puoi fare attività romantiche come flirtare. La chiarezza in merito a quello che ci si aspetta da ciascuno porta a meno passi falsi involontari.

Creare delle aspettative#section3

Un buon codice, proprio come una buona interfaccia, crea delle chiare aspettative e ha un rapido loop di feedback. Deve:

  • Definire chiaramente quale sia e quale non sia un comportamento accettabile alla propria conferenza. “Non fare lo stronzo” o “Siate eccellenti gli uni con gli altri” sono troppo aperte alle interpretazioni. La policy di Railsconf offre delle definizioni chiare: “Le molestie includono, ma non sono limitate a: commendi verbali offensivi in relazione al genere, all’orientamento sessuale, alla disabilità, all’aspetto fisico, alla taglia della persona, alla sua razza o religione; immagini sessuali in spazi pubblici; indimidazioni intenzionali; stalking; pedinamento; molestie fotografiche o registrazioni; disturbare continuamente le talk o altri eventi; contatto fisico inappropriato e qualsiasi altra attenzione sessuale indesiderata.”
  • Creare aspettative per quello che succederà se il codice verrà violato, come fa il codice di condotta di O’Reilly: “I partecipanti alla conferenza che violeranno questo Codice di Condotta potranno essere espulsi dalla conferenza senza un rimborso e/o bannati da futuri eventi O’Reilly a discrezione di O’Reilly Media.”
  • Dire alle persone in che modo e a chi riferire di un incidente. Il codice di The Lean Startup Conference include: “Per favore, contattate un membro dello staff, un volontario o il nostro produttore esecutivo [nome], [email] o [numero di telefono].” Dare un numero di telefono è un segnale molto forte che dimostra la vostra volontà di ascoltare.
  • Creare aspettative sul modo in cui sarà gestita la situazione. Il codice del World IA Day è molto chiaro:

    Per prima cosa ascoltiamo.

    Poi vi aiutiamo a scegliere tra le opzioni che abbiamo in base alla situazione. Documenteremo anche i dettagli per assicurare che le tendenze nei comportamenti vengano scoperte nelle varie location.

    Infine, seguiremo la situazione fino alla sua risoluzione, ossia quando vi sentirete tranquilli, e potrete rimanere anonimi se lo desiderate.

Un codice di condotta è un po’ come una FAQ o un TOS: è un tentativo e spero che qualcuno se ne esca con qualcosa di migliore, ma sono istruzioni su ciò che ci si può aspettare e come comportarsi e, ancora più importante, cosa fare quando qualcosa va storto. Perché qualcosa alla fine va storto, è sempre così. Ma è meglio se non sono le persone a soffrirne.

Al momento molte conferenze adottano i codici di condotta. Quello della Lean Startup Conference citato prima è sentito e creato sui loro valori. Il festival di arte e tecnologia XOXO ne ha uno eccellente, basato sul template di Geek Feminism. Sì, c’è un template, quindi non è più tanto difficile scriverne uno. Non prende molto tempo.

Siate all’altezza delle aspettative (o fate di meglio)#section4

Ogni bravo experience designer sa che creare delle aspettative è inutile se non vengono immediatamente rispettate. Oltre a scrivere un codice di condotta, gli organizzatori di conferenze devono anche istruire il proprio team per la gestione di situazioni cariche di emotività, incluso l’essere sicuri che la persona che fa una denuncia si senta al sicuro. E deve esserci un processo chiaro e prestabilito che vi metta nelle condizioni di agire rapidamente e con decisione per allontanare chi viola il codice.

Quindi, come dovrebbe essere gestita da una conferenza una violazione del codice? Ci sono un paio di case studies online che raccontano come fare: uno di Elise Matthesen alla conferenza femminista di fantascienza WisCon e l’altro di Kelly Kend a XOXO.

In entrambe i casi, queste donne sono state immediatamente supportate dalle persone con cui avevano parlato: un primo passo di importanza cruciale. Nel caso di Kelly, ha riferito la sua situazione direttamente agli organizzatori, che l’hanno ascoltata e hanno sottolineato che non era lei quella da biasimare per l’accaduto. Una volta che gli organizzatori l’hanno fatta sentire al sicuro, hanno rimosso il molestatore. È stata un’azione improvvisata, ma efficace.

Nel caso di Elise, è chiaro che WisCon fosse ben preparata a gestire l’incidente. La prima parte della storia è esemplare:

  • Il membro dello staff della conferenza (chiamato “safety staffer”) ha chiesto ad Elise se volesse qualcuno presente mentre faceva il suo resoconto.
  • Il safety staffer le ha chiesto se voleva fare una denuncia formale o semplicemente prima parlarne.
  • Il safety staffer le ha chiesto se voleva usare il suo nome o rimanere anonima.
  • E il safety staffer e gli organizzatori della conferenza hanno continuato ad assicurarsi che stesse bene.

Sfortunatamente, WisCon ha fallito quando si è trattato di agire sulla denuncia. Alla fine il molestatore è stato bannato, ma solo dopo un processo lento e gravoso. E il divieto non è permanente, cosa che ha fatto infuriare la comunità.

È difficile togliere il veleno dalla mela. Scrive Elise: “I molestatori seriali possono avere quante ramanzine vogliamo ma avranno sempre la fedina pulita”, cosa che è successa anche nel mio caso. Dal momento che ho cominciato a scrivere di molestie alle conferenze, molte donne hanno parlato con me riguardo ad incidenti a varie conferenze di design. Continuano a saltar fuori due nomi di bulli, ma nonostante questo continuano ad essere invitati a parlare. Finché non ci saranno più persone che condividono le proprie esperienze, questa cosa non cambierà. E le persone non possono farsi avanti finché non sono sicure che non verranno tormentate dal processo di denuncia.

Se organizzate una conferenza, sta a voi essere sicuri che i vostri partecipanti sappiano che li ascolterete, prenderete sul serio e agirete in maniera decisa per far sì che saranno al sicuro.

Se partecipate e vedete una molestia, fatevi avanti per quelli che possono aver paura a farlo e agite da testimone di un cattivo comportamento.

E se venite molestate, per favore, prendete in considerazione il farvi avanti. Tuttavia, non posso biasimarvi se deciderete di non farlo. Assicuratevi prima di tutto di essere al sicuro.

Una promessa#section5

John Scalzi, autore di numerosi romanzi best seller di fantascienza, ha promesso alla sua community che non avrebbe mai parlato né partecipato ad alcuna conferenza che non faccia rispettare un codice di condotta.

Prendo anche io lo stesso impegno qui ed ora. Onererò gli impegni che ho preso in precedenza, ma i nuovi sono soggetti a questa promessa.

Non parlerò né parteciperò a conferenze che non fanno rispettare un codice di condotta. Potrebbe essere difficile perché molte conferenze a cui vorrei parlare non hanno ancora un codice, ma i cambiamenti richiedono sacrificio. L’integrità richiede sacrificio.

Se anche voi credete come me che sia importante creare un posto sicuro in cui tutti possano imparare e crescere e fare network, allora lasciate un commento con una sola parola: “cosigned” (cofirmato, ndr).

Illustrazioni: {carlok}

Sull’autore

Christina Wodtke

Christina Wodtke insegna ai sognatori a mettere in atto il cambiamento. Tiene talk ovunque, alle conferenze come alle università, perfino nelle sale riunioni, ed esprime la propria opinione su internet, tuttavia la si trova più spesso su Eleganthack.com o Boxes and Arrows. Si vocifera che stia scrivendo un libro, ma procrastina su Twitter sotto le spoglie di cwodtke.

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