Standard Editoriali Parte 2: Un Futuro Standard

Internet sta distruggendo molte industrie focalizzate sul contenuto e il panorama dell’editoria sta cominciando a trasformarsi in risposta a questi stimoli. Non sono ancora stati sviluppati degli strumenti per esportare in maniera appropriata e semantica la scrittura non in forma breve. La maggior parte dei libri è intralciata dai Digital Rights Management (DRM), una pratica che incoraggia la pirateria, da molto tempo abbandonata dall’industria musicale. Nel secondo dei due articoli di questa uscita, Nick Disabato discute le ramificazioni di queste pratiche per vari editori e propone una soluzione così che tutti noi possiamo continuare a condividere apertamente le informazioni, in un modo che benefici editori, scrittori e lettori.

Standard Editoriali Parte 1: Un Presente Frammentato

Gli ebook sono la nuova frontiera, ma assomigliano molto alla vecchia frontiera del web, con lo standard principale dell’ebook, ePub, realizzato con HTML, CSS e XHTML. Ci sono tuttavia delle distinzioni importanti tra gli attuali problemi di pubblicazione dell’ebook e quello che ha dovuto affrontare il movimento degli standard web. Il web è stato fondato senza l’intento di distruggere una particolare azienda: non aveva precedenti né analogie. L’eReading si pone come l’antagonista di una grande e potente industria, che teme quello che può portare questo nuovo modo di leggere e che o combatte alacremente gli open standard o semplicemente li ignora. Nella prima delle due parti di questa uscita, Nick Disabato esamina l’esplosione della lettura, esplora il modo in cui il contenuto si sta liberando dal contesto e scava nel panorama frastagliato alla ricerca di una logica di business e per trovare una via di fuga dal disordine attuale.

Le immagini responsive e gli standard Web a un punto di svolta

Un responsive design responsabile richiede delle immagini responsive: immagini le cui dimensioni e la cui grandezza del file sia giusta per la viewport e per la larghezza di banda del dispositivo che le riceve. Dal momento che HTML non fornisce alcun elemento standard per questo scopo, utilizzare immagini responsive implica l’uso di alcuni trucchi JavaScript ed accettare che la propria soluzione non andrà bene per alcuni utenti.

Di conseguenza, qualche mese fa, in risposta ad una articolo qui pubblicato, si è formato il W3C Responsive Images Community Group, che ha proposto un elemento “picture” in HTML semplice da capire e capace di inviare immagini responsive. Il gruppo ha anche delineato la funzionalità di “picture“ nei browser più vecchi, utilizzando due polyfill: ossia, Picturefill di Scott Jehl e jQuery Picture di Abban Dunne. Il WHATWG ha risposto ignorando il lavoro della community sull’elemento “picture” e proponendo una configurazione più complessa con l’elemento img set.

Quale dei due standard è migliore e per chi lo è? Quale dei due vincerà? Cosa potete fare per cercare di evitare una crisi noi contro di loro che potrebbe nuocere agli utenti finali e far abbandonare il processo degli standard agli sviluppatori? Mat Marquis di ALA ci spiega i pro e i contro delle immagini responsive ed il punto di svolta degli standard web.

Il miglior browser è quello che avete con voi

Fino ad ora, l’accesso al web che conosciamo (e che abbiamo creato) è avvenuto principalmente per mezzo di computer desktop. Questa tendenza sta però cambiando: l’ITU stima che nei prossimi 18–24 mesi i dispositivi mobile supereranno i PC come mezzo più popolare per l’accesso al web. Se queste previsioni dovessero avverarsi, molto presto il web ed i suoi utenti saranno soprattutto mobile. Anche i designer che abbracciano tale cambiamento lo trovano spesso disorientante. Un problema sta nel considerare ancora il mobile web come una cosa separata. Stephanie Rieger di futurefriend.ly e del W3C ci presenta i principi per comprendere e progettare una nuova normalità in cui gli utenti sono “channel-agnostic”, i device sono numerosi, gli standard sono passeggeri, l’uso del mobile non implica necessariamente “nascondere la versione desktop” e ogni byte è importante.

Per un Web Future-Friendly

È ora di andare verso un web future-friendly. L’attuale panorama dei device con cui si accede a internet è una pletora di desktop, laptop, netbook, tablet, feature phone, smartphone e altri, ma questo è solo l’inizio. Il ritmo rapido a cui cambia la tecnologia sta aumentando e i nostri attuali processi, standard ed infrastrutture stanno rapidamente raggiungendo il loro punto di rottura. Come possiamo gestire la crescente diversità di device e la decrescente durata dell’attenzione? Brad Frost di futurefriend.ly ci spiega in che modo questa era di connettività onnipresente, se da una parte crea nuove sfide, dall’altra crea anche enormi opportunità per raggiungere le persone, ovunque si trovino.

La delicata questione del vendor prefix: Eric Meyer di ALA intervista Tantek Çelik

Durante una riunione pubblica del W3C CSS Working Group, il web standards lead di Mozilla Tantek Çelik ha fatto esplodere una crisi nella Terra degli Standard Web quando si è lamentato degli sviluppatori che non hanno capito ed abusano dei vendor prefix supportando solo quello di WebKit, creando così un panorama di monocoltura di browser. La soluzione che propone Tantek, far finta che Mozilla sia WebKit, ha infiammato molti animi nella comunità degli standard, specialmente quando i rappresentanti di Opera e Microsoft sono stati immediatamente d’accordo riguardo tale questione e hanno annunciato dei piani simili a quelli di Mozilla. Per andare alla radice della nuova enorme confusione, il nostro Eric Meyer intervista, in esclusiva per A List Apart, Tantek sul controverso piano di Mozilla di supportare le proprietà con il prefisso -webkit-.

È un momento importante per il design

Il design sta cavalcando l’onda del suo successo: la domanda di servizi per i clienti sta crescendo enormemente, i professionisti del design con più esperienza stanno abbandonando il lavoro a diretto contatto con i clienti per diventare imprenditori e le startup co-fondate da designer, come ad esempio Kickstarter ed Airbnb, stanno acquisendo sempre più importanza. Sta diventando sempre più difficile ignorare il fatto che il design ha un ruolo importante da giocare nell’evoluzione del web e nella prossima generazione di prodotti web. Il risultato, dice Cameron Koczon, è quello che ai designer viene ora dato un assegno in bianco, che permette ai web designer di riunirsi come comunità per cambiare il modo in cui il design viene percepito, per cambiare il modo in cui i prodotti sono creati ed è quasi possibile cambiare il mondo.

Cosa ho imparato nel 2011 riguardo al web

Avvicinandoci alla fine dell’anno, abbiamo chiesto ad alcuni lettori di citeA List Apart/cite di dirci cosa hanno imparato riguardo al web nel 2011. Tutte insieme le loro risposte riassumono le gioie e le sfide di questo posto magico che chiamiamo internet. Dobbiamo continuare a provare, abbracciare il cambiamento e sfidare la complessità per mantenere alta la qualità. Soprattutto, dobbiamo continuare ad aiutarci gli uni con gli altri, per insegnare, supportare, aiutare e creare una community che ci possa sostenere.

Diciamo No a SOPA

A List Apart si oppone strenuamente al disegno di legge degli Stati Uniti d’America H.R.3261 noto anche come lo Stop Online Piracy Act (SOPA), un progetto di legge nato male e guidato da interessi lobbistici che è tecnicamente impossibile da far rispettare, estremamente oneroso da sostenere e, senza esagerare, potrebbe distruggere internet così come lo conosciamo. SOPA affronta il problema della pirateria dei contenuti con un approccio generico: getta benzina su internet e poi accende la miccia. Se passasse, SOPA permetterebbe alle aziende di bloccare i domini dei siti web che sono “in grado” o “sembra che incoraggino” la violazione di copyright. Una volta che un dominio viene bloccato, nessuno ci può accedere, a meno che non si sia memorizzato il corrispondente indirizzo IP. Con SOPA, tutto a partire dal blog sui lavori a maglia di vostra nonna fino al potentissimo Google risulteranno colpevoli fino a che non si proverà che sono innocenti. Vediamo perché SOPA non deve passare e scopriamo insieme cosa potete fare per fermarlo.

ALA Web Design Survey 2011

La professione che non osa pronunciare il suo nome ha bisogno di voi. Il digital design è una delle meraviglie del mondo. Ma il mondo non si prende la briga di fermarsi e chiedersi chi sono le persone che creano il web così come lo conosciamo: i designer, gli sviluppatori, i project manager, gli architetti dell’informazione/persone dell’UX, content strategist, scrittori, editor, persone del marketing, insegnanti ed altri professionisti. Qui è dove entrate in gioco voi. Partecipate al sondaggio!