Cosa ho imparato nel 2011 riguardo al web

L’articolo prosegue sotto

Soccorso emotivo#section1

Nel 2011 ho imparato che l’emozione è il centro di ogni decisione che prendiamo. Dalla moda alle web form, dal coniuge ai sign up dei siti, le emozioni danno forma il nostro comportamento, una volta che la logica ha determinato quali opzioni dobbiamo considerare sono le emozioni che danno forma al nostra comportamento determinando la scelta definitiva. Facciamo quello che ci sembra giusto, seguiamo il nostro istinto. Imparando a conoscere l’emozione possiamo sviluppare delle osservazioni interessanti sul comportamento dell’utente e progettare così delle interfacce migliori.

Aarron Walter, User Experience Design Lead, MailChimp

Le app che ridefiniscono il web#section2

La cosa più importante che ho imparato riguardo al web design and development nel 2011 è che il “web” è sempre più API e servizi piuttosto che siti, app e pagine rese nei browser web. Prendete ad esempio Instagram: è uno dei servizi più popolari sul “web” e l’intera esperienza è controllata non da pagine HTML ma da una app per iPhone. Twitter e Facebook sono almeno tanto popolari, se non di più, via app native per le varie piattaforme (iOS, Android, Mac, Windows, etc.) di quanto non lo siano nel web basato sul browser. In qualità di “web designer” dobbiamo cominciare a capire che il nostro lavoro non è più solo quello di produrre siti, app e pagine create in HTML, CSS e JavaScript. Dobbiamo espandere la nostra definizione di quello che è il “web”. Il “web” è sempre meno una piattaforma: è un servizio con clienti su più piattaforme. Wired Magazine l’ha definita la “morte” del web, ma io la chiamo evoluzione.

Jeff Croft, Chief Designerd, nGen Works

Hai percorso una lunga strada, baby#section3

Nel 2011 ho imparato a lasciar perdere gli ideali.

E’ un periodo davvero eccitante per creare cose sul web. I miglioramenti di quest’anno nei browser, negli standard e nel pensare in maniera intelligente ci hanno finalmente fornito gli strumenti per cominciare a progettare il web. Non siamo più costretti a pensare al web come ad una riproduzione digitale di pagine fisiche ma piuttosto a considerarlo finalmente come una cosa a sé stante.

Questi avanzamenti recenti possono sembrare travolgenti: HTML5! CSS3! Responsive Web Design! Mobile! Web Fonts! Grids! E’ diventato impossibile rimanere aggiornati su tutto e questo è il motivo per cui ho deciso di lasciar perdere e di concentrarmi a incorporare incrementalmente questi nuovi modi di pensare nel mio lavoro giorno per giorno, man mano che li capisco e, contemporaneamente, cercando di non preoccuparmi che tutto sia perfetto o di risolvere i problemi in maniera “corretta”.

Il web è in continuo mutamento, pieno di pecche ed imperfezioni e sperimentazioni. Questo è il motivo per cui l’amiamo.

Dan Cederholm, Founder, SimpleBits

Misurare per migliorare#section4

La cosa più importante che ho imparato, una rivelazione per me, viene da una presentazione di Kelly Goto a Webvisions. Ecco di cosa si tratta: ci sono modi per modellare e misurare la bontà di un design che possiamo quantificare mentre osserviamo gli utenti utilizzare tali design.

Dana Chisnell, Consulting Researcher, UsabilityWorks

Tutto ruota attorno agli utenti#section5

Nel 2011, i produttori di browser hanno abbracciato il messaggio cruciale che la comunità degli standard web ha promosso per anni. Con gli aggiornamenti dei browser frequenti e silenziosi che stanno diventando la norma e con i browser che appaio su un numero sempre maggiore di dispositivi, i designer e i developer devono rinunciare all’idea di avere il controllo accurato della user experience ed invece devono lavorare per assicurarsi che un sito si adatti facilmente a qualsiasi circostanza. La domanda per il 2012 è: come possiamo aiutare in maniera ottimale i nostri utenti a capire il cambiamento nelle esperienze che faranno mentre noi ci adattiamo a costruire un unico sito responsive?

Kimberly Blessing, Senior Software Architect, Comcast Interactive Media

Rispettare la complessità#section6

Se c’è un’idea che mi ha seguito durante tutto l’anno, dalla politica all’arte, dal lavoro all’amicizia, è questa: “E’ più complicato di così “.

E’ sicuramente importante avere la semplicità come obiettivo in special modo per evitare di rendere le cose difficili da usare o da capire. Ma se vogliamo rendere le cose che sono utilmente semplici senza essere tronche o semplicistiche, dobbiamo riconoscere e rispettare la complessità, sia dei problemi di design che affrontiamo sia nel modo in cui lavoriamo.

Erin Kissane, Editor del magazine Contents, Content Strategist in Brain Traffic

Periodo esaltante#section7

Il 2011 ha mostrato chiaramente che siamo in una fase in accelerazione dello sviluppo web, con grandi cambiamenti in atto su diversi fronti. Il markup, i CSS, il supporto dei browser, i tipi di dispositivi di uso comune, i metodi di design: è tutto in rapido cambiamento, con molte sfide ed opportunità. E’ un periodo esaltante!

Eric Meyer, Co-founder, An Event Apart

Ci siamo dentro insieme#section8

Tutto ruota attorno alla comunità#section9

Ho scoperto e sto ancora scoprendo quanto sia fantastica, preziosa ed affettuosa la nostra comunità web, e quanto io sia fortunato a farne parte.

Cameron Moll, Founder, Authentic Jobs

Noi che siamo web designer#section10

Ho scritto We, Who are Web Designers per me stesso, ma l’ho pubblicato nella speranza che possa essere d’aiuto anche ad altre persone. L’ho scritto per celebrare tutto quello che tengo in gran considerazione delle persone che mi stanno attorno. L’ho scritto come un modo per dire perché penso che la nostra professione sia solo un po’ eccezionale nel suo comportamento. Condividiamo molto di più e gratuitamente rispetto a qualsiasi altra professione che conosco, rendiamo pubbliche le nostre lezioni, tecniche, errori, successi e strumenti acquisiti con molti sforzi. Sono diventato un web designer per questo e ho condiviso alcune cose che ho imparato proprio per questo. Quello che ho imparato ancora nel 2011 è che non sono solo nel considerare questa caratteristica preziosa e da proteggere. Ho imparato che la nostra generosità, il nostro entusiasmo, la fiducia e, soprattutto, il coraggio di collaborare e non competere, è una “best practice” che varrebbe la pensa esportare alle altre professioni, man mano che queste vengono coinvolte nello sviluppo del web. Ho realizzato che anche alcuni dei miei colleghi la pensano così e sono stato sommerso dalle loro risposte. E’ stata una boccata d’aria fresca, come un piatto di zuppa caldo in una giornata fredda e triste, e mi ha ricordato di fermarmi di tanto in tanto e ringraziare le straordinarie persone che vedo ogni giorno attraverso lo schermo.

Jon Tan, Designer, Analog

Più grande della somma delle sue parti#section11

E’ facile dimenticare che un design eccellente è qualcosa di più di un font scelto con perizia, di icone ben fatte, di palette di colori armoniose e di un sistema di griglie perfette al pixel. Questi sono semplicemente alcuni degli ingredienti che supportano un design grandioso. Durante quest’anno, ho condotto più sessioni di lavoro, ho fatto più discussioni, ho semplificato più wireframes, ho editato più documenti collaborativi su Google, ho risposto a più post su Basecamp, ho scritto più storie e passato meno tempo in Photoshop e Illustrator di quanto io abbia mai fatto finora. Per questo sono un designer migliore.

Mi viene continuamente ricordato che il design migliore connette le persone.

Dan Mall, Design Director, Big Spaceship

Missione compiuta?#section12

Circa un anno fa, più o meno quando stavo smettendo di fare freelancing, mi ricordo che pensavo “Ne vale davvero la pensa?” I designer stavano spostando il cielo e la terra, cercando di intaccare il modo in cui le grandi aziende vedono il design. Il design era (secondo me) sotto-stimato e non ha mai ottenuto il rispetto che gli è dovuto. Sembrava che le persone pensassero che fosse una perdita di tempo, sembravano pensare che già avere qualcosa che funzionasse fosse sufficiente.

Oggi, tutto è cambiato. Le aziende grandi e piccole stanno assumendo designer come non mai. Pur sapendo che ho un lavoro a tempo pieno, le persone si mettono ancora in contatto con me per chiedermi se conosco qualche designer che è in cerca di lavoro. Ultimamente la mia risposta è sempre stata insoddisfacente, poiché la maggior parte dei freelancer che conosco ha ottenuto un lavoro.

La maggior parte dei siti web e delle app che vengono lanciate oggi sono tutte progettate con cura. Le persone hanno realizzato che il design non è solo qualcosa che metti nel prodotto prima di consegnarlo, ma è qualcosa di cui tenere conto fin dal primo giorno.

Quindi… Missione compiuta? Possiamo smettere di spingere il design eccellente? No. Abbiamo cambiato il mondo, ma non possiamo cominciare a trascurarlo proprio adesso. Dobbiamo ricordare loro ogni singolo giorno il valore del design e, ancora più importante, dobbiamo preparare la nuova generazione di designer a seguire il nostro esempio.

Prendetevi del tempo per scrivere di più sul vostro blog, per rispondere alle email dagli studenti che fanno domande sul design, assicuratevi che le persone sappiano di potersi rivolgere a voi e che volete aiutarli.

Non vi farà diventare ricchi, ma alla fine, se fate questo per soldi dovreste riconsiderare la vostra professione.

Tim Van Damme, Designer

Renderlo vero#section13

La cosa più importante che ho imparato è che il web design è vero design e le persone al di fuori del nostro settore lo comprendono.

Brooklyn Beta era pieno di speaker da tutti i settori dell’educazione, della sanità e dei servizi alla persona che chiedevano il nostro aiuto per rendere migliore il nostro mondo.

Alcune persone sentono ancora il modificatore “web” e pensano ad “amatore”, ma è chiaro che molte persone ci riconoscono come professionisti del web.

Man mano che veniamo riconosciuti tali, ricordiamoci le nostre radici da imbroglioni auto-didatti, ma contemporaneamente lavoriamo duramente per mantenere vive le tradizioni del design ed onorare quelle che ci hanno spianato la strada per soluzioni di design che oggi diamo per scontate.

Mostriamo al mondo com’è il futuro progettato e, già che ci siamo, mostriamo al mondo l’aspetto di una comunità di professionisti.

Tim Brown, Type Manager, Adobe Typekit

Tutti insieme adesso#section14

E’ importante abbracciare la propria passione, definire i propri obiettivi, manter fede alle proprie promesse ed impegnarsi in azioni che supportino questi ideali. Durante questo viaggio, mettetevi in connessione con persone che vi sostengano, creative e divertenti, ed insieme create il web, vivete il web e siate il web, perché questo è quello che il web è in realtà: persone che collaborano ed insieme imparano.

Leslie Jensen-Inman, Maker of Awesomeness

Parlando della mia ispirazione#section15

La lezione che tra tutte risalta di quest’anno per me è stata l’importanza di lavorare con gli altri (e di avere completamente fede nelle persone di talento). La brillantezza che deriva dalle persone che mi stanno attorno è una fonte costante di ispirazione: mi guida a circondarmi sempre di più di quante più fantastiche e creative persone sia possibile

Dan Rubin, Founder / Creative Director, webgraph, Creative Director, MOO

Lo stiamo costruendo tutti insieme mentre andiamo avanti#section16

Creare una startup è davvero difficile: si devono costantemente fare cose che non si erano mai fatte prima. La lezione più grande che ho appreso è che quasi tutte le startup sono nella stessa posizione: nessuno sa veramente cosa sta facendo e, come risultato, altri fondatori hanno molta voglia di aiutare a capire le cose. Questo è il motivo per cui è importante essere circondati da altre startup: la cultura della startup è pay-it-forward, quindi le startup più mature vi daranno dei consigli aspettandosi che voi facciate lo stesso, un giorno, con le startup più giovani.

Natalie Downe, Co-founder, Lanyrd.com

I veri designer consegnano#section17

Nazione iterazione#section18

La cosa più importante che ho imparato riguardo al web e all’interaction design nel 2011? Che l’iterazione è sovrana e che la perfezione non dovrebbe mai essere raggiunta: consegnare è più importante che cercare di perfezionare qualcosa all’infinito dietro le quinte. E’ meglio rilasciare con un core set di feature stabile e poi iterare ed aggiungere man mano che il tempo o gli utenti mostrano una necessità. Lanciando un prodotto, un sito web o quello che dovete pubblicare, mettete la pressione sul renderlo migliore rapidamente mentre il tempo passa. Potete puntare alla perfezione, ma non dovreste mai raggiungerla. Può sempre essere meglio.

Naz Hamid, Principal, Weightshift

Conoscete il vostro pubblico#section19

La cosa più importante che ho imparato è quella di non ignorare il proprio pubblico. Man mano che il vostro sito web diventa conosciuto online, può passare dall’essere un piccolo progetto personale ad un grande sito di una community. Come risultato, non riguarda più solamente voi. E’ saggio tener traccia di quello che piace e non piace ai lettori del vostro progetto. Ad esempio, potete fare dei sondaggi o chiedere direttamente sui social network per avere un feedback dai vostri lettori. E quando fate un cambiamento al layout, potete controllare il vostro web counter per vedere se la percentuale di “bounce rate” va su o giù, il che aiuta a capire se c’è un problema oppure no sul sito web.

Chiaramente, è impossibile assecondare tutti, tuttavia, si tratta di trovare un equilibrio e di soddisfare il vostro pubblico generale.

Adriana de Barros, Founder, Scene 360

Un oggetto in movimento rimane in movimento#section20

Creare genera movimento. Tutto quello che fate è un passo verso il creare qualche altra cosa. Creare il vostro primo prodotto somiglia molto a finire il vostro primo romanzo. Come molti primi romanzi, rimarrà a prendere polvere in un angolo mentre voi starete facendo dei lavori sempre migliori. Più tardi, quando creerete capolavori, saprete sempre che quell’illeggibile affare che prende polvere o quella traballante web app che nessuno ha mai usato li hanno resi possibili.

Chris Fahey, Co-founder, Behavior

Ricerca di visioni#section21

Esplorate, andatevene tra i più folli angoli nascosti dei modelli di interazione che vorreste vedere.

Prototipateli. Tirateli fuori dalla vostra testa, dalla carta, da Photoshop e trasformateli in applicazioni funzionanti quanto più velocemente possibile.

Non si può decidere alcunché senza toccare.

L’emozione e la nostalgia generalmente battono la nostra abilità nel capire razionalmente come qualcosa sarà in pratica.

Anche se ritornerete al punto di partenza, avrete acceso la totalità delle possibilità della “mappa di Zelda”, per così dire. Capirete il contesto della vostra scelta in un tutto più grande e il vostro lavoro sarà sicuramente più sicuro se fatto così.

Craig Mod, Designer, Flipboard

Abbiate fede, sudate le piccole cose#section22

Il 2011 è stata una pietra miliare significativa nella mia vita. Oltre ad un nuovo lavoro e ad una nuova casa, ho imparato cose nuove anche nel design. Ecco alcune delle cose nuove e vecchie ma inestimabili cose che ho imparato e che vorrei condividere con voi:

  • La grid è sovrana! Una volta che avrete capito come far scorrere il design sulle linee di un sistema a griglia, non vorrete mai tornare indietro.
  • Disegnate più che potete in vettoriale o in qualunque altro formato flessibile. Non si può mai sapere con quale risoluzione di schermo avrete a che fare.
  • Rimanete fedeli ad un sistema di design attraverso un mainframe più grande.
  • Helvetica e Georgia non sono gli unici font a disposizione: usate altri font che possono dare nuova luce al vostro design. Typekit, Google Fonts… Andiamo! Non avete scuse.
  • Già sentito ma sempre valido: “Dio è nei dettagli”

Ali Ali, User Experience Designer, Effective UI

Fissare l’attenzione#section23

Nel 2011, era evidente che per essere competitivo come freelance designer in un periodo duro per l’economia, dovessi concentrarmi su una cosa. Restringendo i miei obiettivi, sono diventato uno specialista nel mio settore, il che mi dà più valore come designer.

Alan Houser, Owner, Creative Component

Il cambiamento fa bene, somaro#section24

Non sentitevi mai troppo a vostro agio.

Mi è stato ricordato proprio questo lavorando ai redesign di Google nel 2011. Sebbene non fossero uno shock totale (era ora), mi hanno comunque fatto sentire completamente fuori posto.

Questo è, in parte, dovuto al fatto che Google sia centrale per muoversi oggi come lo era una volta la U.S. Interstate Highway System. E quando si fa un cambiamento, questo impatta, in maniera cruciale, il modo in cui navighiamo.

Una volta, nel 1926 per la precisione, un impiegato del Bureau of Public Roads, Edwin W. James, se ne uscì con quello che ora conosciamo come il sistema di numerazione della interstate. Prima di questo, le persone si affidavano ad un sistema di codici basati sul colore per sapere dove si trovavano e dove stavano andando. C’erano i pali del telefono allineati lungo le highways con strisce di colore inanellate a quei pali, in corrispondenza ai singoli itinerari attraverso il Paese. Con l’espandersi degli itinerari, i pali del telefono furono dipinti dal basso verso l’alto, per 15 piedi, perché cercare di distinguere un colore dall’altro era diventata una distrazione pericolosa e che generava confusione.

E.W. James cambiò proprio questo. Decise che tutte le highways in direzione nord/sud fossero numerate con numeri dispari, mentre quelle in direzione est/ovest con numeri pari. I numeri aumentano andando verso est e verso nord. Il nuovo sistema aveva il vantaggio di essere non solo espandibile (i numeri sono infiniti, i pali no), ma permetteva anche agli automobilisti di capire dove si trovassero in ogni momento sulla base di un incrocio.

James ha dato alla navigazione stradale una forma, proprio come Google ha dato alla navigazione web una forma. Quando la forma cambia, sia nel 1926 sia nel 2011, le persone si devono adeguare. Cambiare fa bene: ci vuole solo un po’ di tempo per adeguarsi. Non sentitevi mai troppo a vostro agio. Il cambiamento positivo è sempre dietro l’angolo.

Liz Danzico, Chair, MFA Interaction Design, School of Visual Arts

Mobile first#section25

Il progressive enhancement ama il mobile first#section26

Quest’anno ho imparato che “mobile first” non è solo parte di una strategia intelligente per servire meglio gli utenti, ma è anche un modo più facile per sviluppare ed è perfettamente in linea con la filosofia del progressive enhancement.

Aaron Gustafson, Author, Adaptive Web Design: Crafting Rich Experiences withProgressive Enhancement

Capire l’intenzione#section27

Nel 2011, mi sono innamorato della complessità delle interfacce mobile. Un piccolo schermo non è il segnale di un desiderio di voler far meno. Rimuovere le features dal mobile perché “è solo un telefono” è come un autore che toglie capitoli perché “è solo un’edizione cartacea”. Si confonde il contesto con l’intenzione. Le app e i siti mobile devono essere più di semplici versioni “lite” delle rispettive controparti desktop: dovrebbero concettualmente avere lo stesso contenuto e le stesse feature delle altre piattaforme. Il nostro lavoro non consiste nel rimuovere la complessità, ma nel rendere le informazioni complesse accessibili: una sfida per un piccolo schermo, ma importante.

Facciamo tutto sui nostri telefoni adesso, qualcuno più di altri: il 25% degli internauti mobile negli USA non usa mai o usa raramente il desktop. Per quelle persone, se il contenuto non è disponibile su mobile, semplicemente non è disponibile affatto. La vera domanda non è cosa togliere da una mobile app, ma cosa aggiungere. Questi device pieni di sensori possono fare più di un desktop e le nostre app e i nostri siti web devono riflettere proprio questo.

Josh Clark, Author, Tapworthy: Designing Great iPhone Apps

The need for speed#section28

Nel 2011, sono diventato dipendente dalla velocità. No, non quel tipo di velocità. La velocità dell’iterazione e del rilascio nello sviluppo web. La maggior parte del mio anno l’ho passata in una startup che abbiamo progettato per essere veloce fin dal primo giorno. Durante quel periodo, ho appreso il valore del creare una Command Line Interface (CLI) per qualsiasi cosa facessimo. Mi sono convertito ai logic-less templates, che separano completamente la logica back-end da quella front-end. E ho passato ore ogni giorno osservando le viste in real-time di quello che le persone facevano sul nostro sito e iterando rapidamente basandomi su quello che vedevo. Il tutto nell’interesse della velocità.

Perché? Un’applicazione web è una cosa “viva” e tutte le cose vive cambiano continuamente dalla nascita fino alla morte. Il più velocemente riescono a rispondere, meglio si adattano al cambiamento. I cambiamenti nella tecnologia, nei comportamenti delle persone e nel business. Preparandovi ad essere veloci per prima cosa vi permette di muovervi con il web invece di rimanere indietro e questa cosa è piuttosto importante per me.

Luke Wroblewski, Author, Mobile First

Il diavolo è nei dati#section29

Quest’anno ho passato molto tempo ad avere statistiche web mobile accurate. Gli sviluppatori web devono sapere quali browser usano i loro utenti mobile e con che rapporto. Questa informazione è molto difficile da ottenere e, anche se l’avete, nel migliore dei casi è incompleta.

Attualmente uso StatCounter come sorgente principale di dati perché sono l’unica azienda che fornisce statistiche sui browser mobile gratuitamente e che ascolta i suggerimenti saggi delle persone che conoscono il mercato dei browser mobile (che sarei io).

StatCounter è afflitto dalla discriminazione dell’auto-selezione (i siti web devono registrarsi per il servizio per essere conteggiati) e forse anche da una discriminazione Occidentale (si registrano più siti web dall’Occidente che dai paesi in via di sviluppo). Quindi si potrebbe dire che le loro statistiche non sono sufficientemente buone.

Tuttavia, sono le uniche disponibili, quindi ho deciso di usarle comunque. A quelli che non sono d’accordo dico: datemi delle statistiche migliori (o quanto meno differenti). NetMarketShare ne ha qualcuna ma hanno preso delle decisioni metodologiche con cui non sono d’accordo e non permettono di esplorare ulteriormente le loro statistiche (a meno che non li si paghi, credo) Al di fuori di queste non ci sono altre sorgenti.

Inoltre, c’è il problema fondamentale di cosa costituisce uno “smartphone”. Praticamente, la definizione attuale ha disperatamente bisogno di un aggiornamento, ma tutte le entità che raccolgono statistiche, anche quelle che ci danno i market share, devono accordarsi su una definizione.

Al momento molti OS dei telefoni come S40 e Brew, che hanno browser decenti (non fantastici), non sono considerati smartphone, mentre altri, come Symbian e Windows Mobile, che hanno browser altrettanto decenti, lo sono. C’è essenzialmente una decisione arbitraria che non ha più molto senso, specialmente per i web developer

Dobbiamo conoscere tutti i sistemi che sono in grado di far girare un browser decente, sia che siano chiamati “smartphone” o “feature phone”. Purtroppo, mettere insieme questi dati è un lavoro enorme e non sono sicuro di poterlo fare per conto mio. Inoltre, non so minimamente da dove partire.

Quindi, questo è quello che ho scoperto quest’anno. Non particolarmente sexy, ma abbiamo un disperato bisogno di dati.

Peter-Paul Koch, Mobile Platform Strategist

Posso avere un Amen?#section30

Il boato che abbiamo sentito in lontananza si è rivelato essere una fuga disordinata devastante di dispositivi mobili di tutte le razze. Certo, Luke Wroblewski ne ha parlato per anni, ma per me, il 2011 è stato l’anno in cui è diventato chiarissimo che tutte le cose che mettevamo nelle pagine web avrebbe dovuto funzionare su tutti gli schermi e in tutti i browser. E non solo abbastanza bene, ma veramente bene. Naturalmente, questo è sempre stato così, ma il fatto è che abbiamo chiuso un occhio facendo pagine di 960 pixel di larghezza per una manciata di browser.

La conferenza The Breaking Development a Nashville è stata la mia sveglia. Avevo sottostimato di molto la moltitudine e la varietà di dispositivi così come le sfide per operare nel modo giusto. E’ stato un pugno nello stomaco ed una chiamata all’azione. Da quel momento mi sono immersa negli scritti della gang di Future Friendly e ho elevato il grido di battaglia “Mobile first!”. C’è ancora molto da imparare. Questi sono tempi esaltanti!

Jennifer Robbins, Senior Interaction Designer and Author; O’Reilly Media

La grande migrazione verso le app#section31

Uno dei cambiamenti più grossi che ho visto nel 2011 è che i siti web diventano sempre più simili alle app.

Prendete ad esempio Hipster.com: vi viene dato il benvenuto da una welcome page grafica con una chiara call to action. Poi si viene portati in un’interfaccia dominata dal contenuto, con dei controlli semplici e minimali. Non è una copia della app Hipster, ma prende l’essenza di quell’esperienza e la ricrea per il web.

Oppure considerate Path.com, che quasi non ha alcuna esperienza web al momento, eccezion fatta per gli endpoint, che sono presentati in maniera molto concentrata, interattiva e simile a quelli di un’app. Mentre si potrebbe obiettare che si tratta di una scusa per la creazione di un “reale” sito web, c’è qualcosa riguardante questi siti web che somigliano a delle app che mi intriga.

Sono focalizzati. Sono eleganti. Sono visivamente accattivanti. Sono pieni di contenuto. Sono dinamici.

Da fondatore di una startup mobile, non vedo lora di portare queste osservazioni nel 2012 re-immaginando l’esperienza web di Foodspotting, chiedendomi a cosa possa assomigliare un sito web per Foodspotting più “app-like”!

Alexa Andrzejewski, Founder & CEO, Foodspotting

Ferri del mestiere?#section32

IE? Oddio!#section33

Nel 2011 ho imparato che se non si progetta un’esperienza ottimale in Internet Explorer nel 2011, non si progetta un’esperienza proficua nel 2012… O perlomeno si stanno lasciando metà dei profitti sul tavolo. Non importa se siete d’accordo o entusiasti riguardo a questo fatto. I fatti, in un modo piuttosto interessante, sono ostinatamente indiscriminati.

Andy Rutledge, Author, Design Professionalism, Publisher, Design View

Flash forward#section34

La cosa più importante che ho appreso riguardo il web e l’interaction design nel 2011 è che le persone che avevano predetto molti anni fa di come il contenuto Flash non sarebbe stato facilmente visibile in futuro non avrebbero potuto avere più ragione.

Mike Davidson, CEO, Newsvine

Lava, risciacqua, ripeti#section35

Continuo a dover imparare la stessa lezione: HTML5 è come tutti gli altri fichissimi tool mai inventati: è tanto buono quanto le persone che lo usano.

Lisa Holton, Founder, Fourth Story Media

Responsive web design: abbiamo solo cominciato#section36

Grandi aspettative#section37

E’ tornata, ed è qui per restare, l’idea che i siti web dovrebbero essere oggetti malleabili in maniera intelligente, adattabili e responsive ad un vasto continuo di usi e dispositivi, molti non previsti dai creatori originali. Il responsive web design sta superando il modello Kano con un salto volante, passando da  generatore di entusiasmo” ad “aspettativa di base” con gli utenti ed i clienti che cominciano ad aspettarselo pronto fin dal primo giorno, non inserito alla fine. La domanda esplosiva di un universo in continua espansione di dispositivi di computing mobili e leggeri può aver guidato la crescita di app proprietarie, ma ha anche guidato la domanda per il responsive web. Il web rimane la base: il modo provato e sicuro per porsi di fronte al più vasto pubblico possibile ed il tessuto connettivo che tiene insieme diverse forme di accesso allo stesso servizio. Ci potrà essere “una app per quello”, ma ci sarà sempre un web per tutto. Una forma mentale responsive vi prepara all’eccellenza nella realtà.

David Sleight, Principal, Stuntbox LLC

Non smettere mai di imparare#section38

Per noi, il 2011 ha riguardato interamente il responsive web design. A differenza di molti trend di design, tecniche per il codice o approcci al workflow, il responsive design ha un impatto positivo immediato sugli utenti. Questo lo mette davvero a parte come qualcosa di più di un semplice trend o di una qualsiasi tecnica. E’ adesso un fondamentale principio del web design.

Con questo, c’è molto adesso da esplorare, scoprire e padroneggiare. Abbiamo trovato nuovi modi per gestire le immagini, le pubblicità ed il caricamento condizionale all’interno delle nostre pagine. Abbiamo imparato che qualsiasi cosa promossa via email risulterà in un’alta proporzione di risposte via telefono o tablet. Abbiamo dovuto imparare che il mezzo non stabilisce l’intenzione.

Abbiamo principalmente imparato quanto noi come industria non sappiamo. E quanto dobbiamo ancora imparare. E’ piuttosto eccitante.

Drew McLellan, Director & Senior Developer, edgeofmyseat.com

Non riguarda la griglia#section39

La lezione migliore del 2011? Ho trovato il pezzo mancante per capire il responsive web design stando seduta nella hall di An Event Apart Boston tra Ethan Marcotte ed Andy Clarke.

Avevo già abbracciato l’idea del responsive design ma combattevo la mia personale lotta per capire come realizzarlo. Scrivere i CSS era piuttosto semplice, ma capire cosa farci non lo era. Potevo immaginare come avrei voluto che le colonne si restringessero o aumentassero, passare da poche a tante. Ma non riuscivo a capire che cosa significasse per il design in generale. Cosa succedeva alle cose che stavano all’interno di quelle colonne? Non riuscivo a capire come progettare quello che succedeva al contenuto quando cambiava la dimensione dello schermo.

Avere l’occasione di sbirciare i prototipi a cui Ethan ed Andy stavano entrambe lavorando mi svelò il mistero. Potevo vedere come riguarda il contenuto e non la griglia. La chiave sta nel capire come i bit di contenuto passano da una forma all’altra, prima di determinare il layout generale della pagina, e nel pensare a come il contenuto dovrebbe essere disposto su una pagina per ogni dimensione, senza alcun riguardo per una libreria di codice per un layout predefinito. Con questa visione ero in grado di tornare a casa e progettare un sito responsive di cui andare fiera.

Il 2011 è stato l’anno in cui siamo tutti passati dal pensare “questo HTML5 sembra davvero fichissimo” a “forse lo userò dopo” e “ci sono delle nuove idee in giro che dovrei assolutamente guardare” a “dobbiamo assolutamente aggiornare il nostro processo nel mettere il mobile first, ripensare al contenuto, progettare in maniera responsive, usare della vera tipografia e togliere tutta questa roba vecchia. E dobbiamo fare in fretta!”

Jen Simmons, Designer and Host, The Web Ahead

Creare con l’accessibilità, ftw#section40

Nel 2011, ho avuto di più a che fare con il video e ogni progetto è stato un esempio di quanto facile, più economico e più semplice sia considerare l’accessibilità fin dall’inizio di un progetto invece che ad uno stadio più avanzato. Ad esempio, un progetto stava aggiungendo accessibilità ad un video esistente. A causa del modo in cui il video era stato progettato, lo sforzo richiesto ed il risultato finale era tutt’altro che ottimale. Contrariamente, per un altro progetto video abbiamo pensato fin da subito all’accessibilità e pertanto abbiamo avuto come benefici cose come: considerare la posizione delle caption per le inquadrature, integrare la maggior parte delle informazioni visive importanti all’interno dello script audio principale e pianificare altre descrizioni audio così da poter usare lo stesso file di caption per la versione descritta dall’audio. (Si vedano le W3C Multimedia Accessibility FAQ and WCAG Guideline 1.2.)

Ho imparato quale sia il supporto per l’accessibilità nei tool di video editing e ho desiderato che ce ne fosse di più: mi avrebbe fatto risparmiare tempo e sforzi. Molti designer e developer con cui ho parlato nel 2011 chiedono un miglior supporto dell’accessibilità nei tool che utilizzano per creare la user experience dei siti web e delle app. (Vedi ATAG 2.0)

Mi sono entusiasmato riguardo la potenziale accessibilità delle tecnologie che ho continuato a sviluppare nel 2011: ad esempio, ho integrato i media che supporteranno il captioning, la grafica accessibile con canvas e i design dinamici utilizzando WAI-ARIA. Sono ottimista: nel 2012 ci saranno più considerazioni di accessibilità nel web design e nello sviluppo web e daranno una spinta all’innovazione da cui tutti trarranno beneficio.

Shawn Henry, Accessibility Evangelist

Volere la botte piena e la moglie ubriaca#section41

Da una prospettiva puramente di business, nulla nel 2011 ha influenzato il modo in cui vendiamo i servizi digitali più dell’avvento e dell’adozione del responsive design. Il mobile design è sempre stato un po’ un enigma per molte persone con cui parliamo. Pensano di aver bisogno di app dedicate, di stili specifici per il mobile e di contenuto apposito. Tutto questo. Tuttavia, hanno budget solo per un sito web. Quando gli presentiamo il concetto del responsive design, i loro occhi si accendono come quelli di un bambino la mattina di Natale. “Significa che si può usare la stessa base di codice ed il nostro contenuto si riformatterà magicamente a seconda del dispositivo o dell’orientamento? Wow!” Ha fatto cambiare la conversazione da “Possiamo permetterci Happy Cog?” a “Possiamo NON permetterci Happy Cog?”

Greg Hoy, President, Eastern Operations, Happy Cog

Il contesto è sovrano#section42

La cosa più importante che mi ha insegnato il 2011 riguardo al web design è che il contesto fisico di utilizzo non può più essere presunto dalla piattaforma, può solo esserlo il contesto intenzionale. Durante i due anni precedenti, siamo caduti nell’abitudine di presumere che mobile volesse dire in movimento, desktop denotasse una scrivania e tablet una toilet. Ma le linee dei luoghi di utilizzo all’unisono con i modi di utilizzo stanno man mano diventando meno nitide. Quest’anno ho imparato a vedere i dispositivi come agnostici rispetto ai luoghi e ad associarli invece al loro scopo: voglio controllare (mobile), voglio gestire (desktop), voglio immergermi (tablet). Questo spostamento dai contesti oggettivi verso i contesti soggettivi darà nuova forma al modo in cui progettiamo le esperienze sui vari device, per supportare meglio gli obiettivi dell’utente ed infine mimare gli strumenti analogici che sono parte integrante dei nostri spazi fisici.

Whitney Hess, UX Designer

Camminiamo così#section43

Perdiamo l’equilibro e poi lo ritroviamo. Perdiamo l’equilibrio poi lo ritroviamo. Quando si cammina, si prende continuamente ed intenzionalmente la decisione di barattare la stabilità per avanzare. Si alza un piede e si sposta il peso sull’altro.

Il 2011 è stato per me un anno di dubbi, cambiamento e rinnovamento, tutto in nome del baratto della stabilità per l’avanzamento. Molte persone hanno condiviso il senso di incertezza dell’economia, ma ogni esperienza è peculiare, quindi la renderò personale.

Quest’anno ho accettato la terribile sfida dello scrivere un libro. Mentre cominciavo a delineare i miei obiettivi e le mie tesi, ho cominciato a dubitare dell’esperienza che davo per scontata, ma ho trovato nella nostra comunità discorsi, rassicurazioni e supporto. Ora che si avvicina la data di pubblicazione, so di più rispetto a quando ho intrapreso il percorso di scrittura. Ho risposte migliori, ma molte più domande!

L’angosciante supremazia delle domande rispetto alle risposte minaccia anche il modo in cui gestisco altre sfide riguardanti la comunicazione. Nuovi approcci ai problemi che una volta combattevo come nemici familiari hanno spodestato qualsiasi parvenza di metodo e l’hanno sostituita con momenti altalenanti tra dubbio e chiarezza.

Il responsive design e l’adaptive content mettono alla prova il modo con cui ho gestito e creato il contenuto per molto tempo, ma mi deliziano con nuove possibilità! La localizzazione ed altri metadati hanno cominciato a presentare dei dilemmi etici, ma mi elettrizzano le possibilità del contesto! Non ho avvertito questo senso dell’ignoto per molti anni, ma sono davvero eccitata all’idea di stare in bilico su un precipizio insieme ad altre persone che stanno creando il web moderno.

E questo è quello che prendo dal 2011. Come molte persone attraverso svariati settori, ho perso tutta la mia tranquillità e la mia coerenza tecnica, ma la mia fedeltà all’esperienza passata era pura Sindrome di Stoccolma. Mi sto ancora togliendo le catene, ma sono incredibilmente entusiasta per quello che verrà dopo. Dopo, per me, c’è il progresso.

Margot Bloomstein, Principal of Appropriate, Inc., Author, Content Strategy at Work (2012)

Il cambiamento è l’unica costante#section44

Chi avrebbe mai pensato che avremmo guardato indietro ai giorni in cui dovevamo scendere a compromessi con IE6 come ad un periodo più semplice, quando pochi stili condizionali ed alcuni hack erano sufficienti a risolvere i nostri problemi? Adesso abbiamo molti telefoni e molti tablet, ciascuno con i propri misteriosi cavilli e vincoli e nessun modo ragionevole con cui fare test su tutti quanti. La Guerra per gli Standard Web è stata più o meno vinta sui desktop, ma non è realistico portare quella battaglia nel mondo mobile. Quello che ho imparato nel 2011 è che l’interaction design, come il resto dell’universo, si muove in maniera naturale verso uno stato di massima entropia. Battetevi per una buona causa, ma siate sempre pronti ad imparare qualcosa di nuovo.

Adam Parks, Design Director, BRIC Arts | Media | Bklyn

Tirare giù i muri dei cubicoli#section45

In questo nuovo e coraggioso mondo multi-device in cui tutti noi stiamo creando, sono convinto più che mai che i designer e gli sviluppatori debbano lavorare più a stretto contatto gli uni con gli altri. Ho passato la maggior parte dell’anno lavorando ad un grande progetto di responsive design, in cui la tradizionale divisione tra “team di design” e “team di sviluppo” non esisteva. Abbiamo realizzato che i nostri rispettivi strumenti, una app di design da una parte, HTML/CSS dall’altra, non potevano progettare oltre al desktop senza l’aiuto gli uni degli altri. Partire da un mockup, testare le idee con dei prototipi, rimettere gli elementi in Photoshop per ulteriori rifiniture: questo tipo di lavoro “avanti e indietro” ha funzionato incredibilmente bene per noi e non vedo l’ora di portare questo approccio collaborativo nei miei lavori futuri.

Ethan Marcotte, Independent Designer, Developer, and Ragamuffin

Sfida all’interno dei vincoli#section46

Fino ad un certo punto, il 2011 ha cambiato il mio modo di pensare durante la progettazione per il web, a causa dell’emergente mobile web. Mentre progetto, cerco di tenere a mente che è possibile una versione mobile del mio design. A seconda del tipo di sito/progetto e di alcuni altri parametri, mi capita di dovermi spingermi tanto in là da creare un vero e proprio responsive design. Quando si presenta questa opzione, devo adattare molto il mio solito modello di pensiero, perché tendo a dimenticare i confini e le limitazioni per un po’ quando mi trovo nel mezzo del mio processo creativo, dal momento che questo mi ha portato ai miei design più creativi e di successo. Alcuni criteri di base sono semplici da tenere sempre a mente, anche durante il mio processo, ma gli ostacoli più piccoli rimangono una sfida CSS che cercherò di risolvere più avanti durante la progettazione. In questo modo mi costringo a pensare in maniera più creativa durante il processo di stesura del codice e provo anche a spingere un po’ in là i miei limiti. Con un design completamente responsive, ho bisogno di tenere presente questi confini e limiti durante il processo e così diventa più arduo il mio solito modo di progettare a cui sono abituata. La sfida consiste ovviamente nel trovare il giusto equilibrio tra il mantenere delle limitazioni di base sempre presenti in testa mentre mi sto dando ancora abbastanza libertà per provare a creare un design unico. Il fatto che possiamo anche aggiungere un livello di animazione ai nostri design è un altro fatto che gioca un ruolo in questo modo diverso di pensare.

Veerle Pieters, Graphic / Web Designer

L’elefante ha lasciato l’edificio#section47

La cosa più grande#section48

Il 2011 è stato un anno di maturità per il web. Finalmente, le cose che di solito potevamo solo sognare, si potevano fare con meno sforzo e più eleganza. C’è stata una grande innovazione quest’anno: il “responsive design” ha cambiato il mio processo di design e ha tirato fuori il lavoro più creativo che ho visto fare dai miei colleghi negli anni.

Nonostante tutta questa maturità, più di qualunque altra cosa, quest’anno mi ha insegnato che il contenuto è, e sempre sarà, sovrano. I nuovi metodi per risolvere i problemi sono graziosi, ma il contenuto sarà sempre l’ingrediente più importante sul web.

Noël Jackson, Designer and Founder, Exquisite

Non accettarlo più#section49

Una gran cosa da portare via dal 2011 è stata quella di poter finalmente puntare i piedi con i miei clienti e smettere di progettare senza del contenuto. Leggere, metabolizzare e capire gli obiettivi di ciascun pezzo di contenuto cambia completamente il modo in cui si lavora come designer. La progettazione con del contenuto segnaposto adesso sembra un enorme passo indietro.

Sarah Parmenter, User Interface Designer

Create una volta, pubblicate ovunque#section50

Ascoltare Luke Wroblewski (Mobile First), Jeremy Keith (HTML5 for Web Designers) ed Ethan Marcotte (Responsive Design) parlare al primo An Event Apart Seattle 2011 è stato un momento di svolta per me. La content strategy improvvisamente è passata da “dovresti fare così” ad un imperativo categorico. Con l’avvento di HTML5 e del responsive design, così come del regime mondiale del mobile (finalmente qui!), il contenuto ha preso il suo palco centrale: come prepareremo il nostro contenuto per distribuirlo su più piattaforme senza doverlo ricreare ogni volta? La risposta, ovviamente, è di strutturare il nostro contenuto così che possiamo crearlo una volta e poi pubblicarlo ovunque. Per fare ciò, dobbiamo trovare nuovi modi di collaborare tra le varie discipline e questo è quello che farò nel 2012!

Kristina Halvorson, Founder, Brain Traffic

C-EHM-MESS#section51

Quello che mi ha fatto impazzire di gioia quest’anno è stato quando ho realizzato che i problemi che abbiamo con il mobile e i problemi che abbiamo con i content management systems sono lo stesso problema. E’ stato chiaro per me per un po’ che dovevamo fornire delle interfacce e dei workflow migliori ai creatori di contenuto: se vogliamo pubblicare del buon contenuto dobbiamo dare alle persone gli strumenti per farlo. Quello che non avevo realizzato fino a quest’anno è che fare questo risolve anche molti problemi del mobile.

Se vogliamo avere successo nel pubblicare il contenuto in un milione di differenti nuovi dispositivi e formati e piattaforme, abbiamo bisogno di interfacce che ci aiutino a guidare i creatori di contenuto nello scrivere e strutturare il proprio contenuto per il riutilizzo. Quando parliamo di mobile, ci concentriamo spesso sulle interazioni, sul design e sul codice front-end, ma quello che ho realizzato quest’anno è che la soluzione a molti problemi con il mobile sta molto più in basso nello stack, nel CMS.

Karen McGrane, Managing Partner, Bond Art + Science

Cos’è un libro?#section52

Il 2011 è stato l’anno in cui, dopo molte resistenze, ho cominciato a leggere sul mio iPhone. Non mi piaceva l’idea di dover eliminare il lavoro di un designer per poter leggere con il font regolamentare dell’app iBook o Kindle. Mi mancavano le bellissime copertine che adornavano il mio comodino. Ero preoccupata per quello che stavo facendo agli scrittori: una grande preoccupazione dal momento che sono una di loro. Il risultato è stato incredibilmente positivo dalla prospettiva dell’utente. Per prima cosa, posso dire che il mio consumo è salto a vette altissime. Ho cominciato a leggere prima quattro o cinque libri al mese, per arrivare fino a sei. Ho imparato di più: dal momento che era così comodo, ho cominciato a cercare termini e frasi che non capivo o di cui volevo sapere di più su Google. E alla fine ho supportato gli scrittori: ho scaricato Kindle Singles e ho pubblicato da sola degli ebook di persone che non avevano mai visto, e che mai vedranno, proposte a sei cifre. Ma la mia sfida per noi, per tutti noi, consiste nel rendere ancora migliore questa esperienza. Come possiamo usare questa tecnologia per far leggere le persone, per pagare in maniera giusta gli scrittori, per dare ai designer un nuovo posto in cui giocare? Come possiamo ottenere ancora di più dalle parole che leggiamo? Non vedo l’ora di vedere alcune risposte nel 2012.

Alissa Walker, Writer

Continuiamo così#section53

Riguarda tutto l’esperienza#section54

La cosa più importante che ho (re)imparato quest’anno è che le esperienze migliori nella vita non sono affatto progettate. Ho passato meno tempo sui blog e su Twitter e più tempo guardando l’alba in posti bellissimi. Sono stato meno ossessionato dai gadget e dai tool e di più dal trovare il vino giusto per un buon pasto. Mi sono ricordato che amo il mio lavoro di più quando non è anche la mia vita. Tutte queste cose mi rendono più paziente, più ottimista e più ispirato… Il che mi può solo rendere migliore in quello che faccio.

Kim Goodwin, Author, Designing for the Digital Age

Illustrazioni: {carlok}

Sull’autore

Our Gentle Readers

I lettori di A List Apart sono affidabili, leale, servizievoli, amichevoli, cortesi, gentili, obbedienti, allegri, parsimoniosi, coraggiosi, precisi e riverenti.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Altro da ALA

Webwaste

In questo estratto da World Wide Waste, Gerry McGovern esamina l'impatto ambientale di siti web pieni zeppi di asset inutili. Digital is physical. Sembra economico e gratis ma non lo è: ci costa la Terra.
Industry