Nel web come lo conosciamo (e, quindi, creato) siamo sempre entrati tramite desktop. Tuttavia, i trend attuali indicano che questa abitudine sta cambiando. L’ITU prevede che nei prossimi 18–24 mesi, i dispositivi mobile supereranno i PC come mezzo più popolare per l’accesso al web. Se queste previsioni si avverassero, molto presto il web ed i suoi utenti saranno perlopiù mobile.
Come spesso accade in periodi di rapido cambiamento, non abbiamo idea di quello che ciò significhi veramente. Quel che sappiamo è che, al momento, la soluzione al nostro problema pare sia un sito web mobile (o, meglio ancora, un sito responsive).
Ma qual era la questione, esattamente? È la stessa domanda che ci siamo posti l’anno scorso? Quella in cui la risposta consisteva nel creare una app nativa?
Se è così, forse dovremmo riconsiderare i problemi che stiamo cercando di risolvere.
Ciao, mi chiamo web design e ho un problema#section1
Si dice che il primo passo per risolvere un problema sia accettare di averne uno. Se questo è il caso, il nostro problema potrebbe essere semplicemente che consideriamo ancora il mobile web come una cosa separata.
Non solo separata dal web esistente, ma sufficientemente diversa da poter essere facilmente quantificata come una serie di prodotti, capacità, fattori di forma o comportamenti. Questo è affascinante perché riduce il mobile web ad una nuova “cosa” che mettete su una lista (… di cose da imparare, di persone da assumere o di budget da ottenere).
La realtà è che ci vorrà del tempo per effettuare la transizione a un web primariamente mobile e potrebbe implicare una serie di siti, app e altre piattaforme che lavorano all’unisono per servire gli utenti in modi che possiamo a malapena descrivere. Durante questo periodo di transizione, è importante ricordare la relazione e la fiducia creata attorno ai siti desktop.
Gli utenti sono “channel agnostic”: non si curano di quale sia il sito a cui accedono (o se accedono a un sito), vogliono solo fare cose (anche se in alcuni giorni “fare cose” vuol in effetti dire guardare i gatti su YouTube).
Primi passi#section2
Fino a che non sarà giunto il giorno in cui tutto il contenuto passerà senza sforzi da un contesto all’altro, gli utenti continueranno a fare qualunque esperienza abbia senso per loro in quel momento.
- Alcuni preferiranno il vostro sito desktop perché gli è famigliare.
- Altri potrebbero non trovare quello che cercano sul vostro sito mobile.
- Alcuni potrebbero essere rediretti al desktop perché, ironicamente, il sito mobile non funziona sui loro dispositivi.
- Altri potrebbero accedere alla desktop experience con un device delle dimensioni di un tablet e scegliere di fare così perché, a dispetto della poca usabilità, “sembra ancora milgliore” rispetto alla versione mobile ingrandita.
- Molti si tufferanno in uno o nell’altro, a seconda di quale device stiano usando o quale URL hanno preso da un tweet o da un’email.
La cosa importante da ricordare è che, nel futuro prevedibile, questi comportamenti saranno la nuova normalità (tranne la parte del vostro sito mobile che non funziona sui loro telefoni: dovete rimediare!).
Quindi, perché non cominciare da subito partendo dal vostro sito desktop?
Se siete già nel mezzo di un mobile redesign, questi consigli vi saranno utili perché illustrano i molti modi in cui la progettazione per più schermi, modelli di manipolazione e capacità dovrebbero mettere a dura prova le vostre ipotesi sul modo in cui progettate per il web.
1. Rilassatevi#section3
Ogni kilobyte del vostro sito dovrebbe aggiungere valore. Punto.
Se questa logica va bene per i piccoli schermi dei device portatili, non c’è ragione per cui non debba andar bene per quelli più grandi (o in qualunque altro contesto in cui gli utenti devono aspettare che le cose vengano scaricate).
Gli utenti danno una valutazione di valore in modi diversi, quindi questo non significa dare un’esperienza a livello di minimo comun denominatore a tutte le visite, ma ci ricorda semplicemente che non possiamo più presumere di sapere quanto tempo o banda ha a disposizione un utente.
Questa consapevolezza giunge in un momento sconveniente dato che i nostri siti sono più grossi che mai. Dal 2003, i primi 1000 siti web hanno più che sestuplicato la loro dimensione. Nel 2011, il sito medio era, incredibilmente, più pesante del 25% rispetto al 2010.
Tuttavia, il peso della pagina non è l’unico problema. Ogni grafica, foglio di stile o script causa una richiesta http, riducendo la velocità a cui viene caricato il sito. Sono qui incluse anche le richieste http da comodi servizi di terze parti come statistiche, servizi di hosting di font, servizi di annunci pubblicitari e i molti widgets, i pulsanti “Like” e vari social objects di cui cospargiamo deliberatamente i nostri siti.
2. Fateli scegliere#section4
Non impedite agli utenti mobile di accedere al sito desktop.
Se offrite un sito web mobile indipendente, è perfettamente accettabile fare il detect e ridirigere gli utenti mobile a quell’URL. Semplicemente, non assumete che stiano su quel sito. A meno che siate riusciti a tradurre per gli schermi più piccoli tutto il contenuto desktop, le varie feature e la funzionalità completa, i vostri utenti passeranno da un sito all’altro e, se non lo fanno, consideratelo come un segno che uno dei siti potrebbe non dare il valore che voi (o loro) vi aspettate.
Quando gli utenti scelgono di passare da un sito all’altro, rendeteglielo semplice: assicuratevi che il percorso di possa trovare e, dove possibile (questo è importante!), assicuratevi che il link a “desktop” o “mobile” non porti semplicemente alla home page. Se il contenuto equivalente non esiste, considerate l’opzione di dare una pagina di errore amichevole e utile che includa suggerimenti per del contenuto alternativo.
Ricordatevi che i percorsi che visitano gli utenti indicano il contenuto che vogliono vedere. Potete usare questi dati per prendere le corrette decisioni con la vostra strategia per il mobile ed essere sicuri che il contenuto più popolare sia a disposizione di tutti.
3. Considerate il viaggio#section5
I social media sono uno dei meccanismi più diffusi mediante i quali si scopre il contenuto web. Gli studi suggeriscono che le reti sociali raggiungono adesso circa il 70% della popolazione internet mondiale. Infatti, una percentuale pari al 66% degli Europei accede ad un social network ogni giorno. Una larga porzione di questo traffico proviene dai dispositivi mobile. Twitter e Facebook ricevono già il 30–50% del loro traffico da device portatili.
Questo ci porta ad uno scenario molto diffuso…
Un utente (che sta usando un dispositivo mobile) scopre un prodotto fantastico e ne posta il link su Facebook. In una versione ideale di questo scenario, gli amici dell’utente cliccano sul link e accedono ad una pagina del prodotto appropriata, indipendentemente dal browser o device che stanno usando. Il prodotto è fantastico e alcuni lo acquistano subito. Altri cliccano sul pratico link “Condividi” e inoltrano il prodotto ai propri amici.
Gli unicorni e i pony se la spassano, i responsabili marketing gongolano e tutto va bene nel mondo.
Ovviamente tutto questo è pura fantasia. In realtà, quando le persone cliccano su quel link, ecco cosa succede:
- L’URL mobile non redireziona ad un equivalente URL desktop, così che gli utenti desktop vengano rediretti alla home page desktop.
- Anche alcuni utenti mobile vengono rediretti alla home page (perché stanno usando un browser “sgradito”).
- Alcuni utenti mobile raggiungono la pagina del prodotto prevista (evvai!), che però viene resa male sui loro dispositivi. Una piccola percentuale di questi utenti mette l’URL tra i preferiti per visualizzarla più tardi sui propri PC (sperando che l’URL si risolva elegantemente una volta che ci arrivano…).
- Alcuni utenti mobile raggiungo la pagina del prodotto, cliccano su “Condividi”, si prendono il tempo di scrivere un messaggio, ma abbandonano il prodotto quando scoprono che la form “Condividi” non funziona sul loro device.
- Altri utenti mobile non usano proprio un browser: aprono il link in una visualizzazione web all’interno dell’app nativa di Facebook. Raggiungono la pagina corretta, ma un video parte in automatico, facendo crashare l’app di Facebook.
- Alcuni utenti mobile raggiungono la prevista pagina del prodotto, cliccano su “Acquista” ma non riescono ad andare oltre il processo di autenticazione perché la login si trova in una finestra modale che non si carica correttamente sul loro telefono.
- E così via…
Questi problemi sono comuni ma sono ben lontani dall’essere insormontabili. Un po’ di coscienza, un po’ di test e del refactoring sono spesso gli unici ingredienti necessari per migliorare significativamente l’esperienza di questi utenti.
Colmare una lacuna#section6
Ricordate: a volte, la miglior soluzione (ad interim o altro) non coinvolge affatto il web. Alcuni siti online di viaggi hanno un pulsante “Chiamaci” ben individuabile, per gli utenti che hanno bisogno di un aiuto extra per completare la propria transazione. L’utente può attivare la chiamata direttamente dal telefono usando un numero di riferimento semplice da richiamare e possono far affidamento sull’agent. Una volta completata la transazione, il sito può mandare un’email o un SMS di conferma.
Le interazioni che fungono da ponte sopra il gap delle transazioni online, offline e addirittura in-store si adattano bene ai comportamenti in cambiamento dei mobile consumer. Un recente studio di Comscore sui proprietari di smartphone ha rivelato che il 56% di questi ha fatto degli acquisti da mobile da casa. Un altro 42% ha acquistato beni dal proprio device mentre era fuori (in una gran varietà di posti, inclusi scuole, ristoranti o posto di lavoro), mentre il 36% ha acquistato oggetti dal proprio device mobile mentre si trovava all’interno di un negozio reale.
Un cliente che fa la recensione di un prodotto sul vostro sito mobile oggi potrebbe farlo di nuovo domani sul desktop, poi potrebbe portare con sé il proprio device in un negozio reale per confrontare i prezzi. Il punto di transazione finale potrebbe essere praticamente ovunque. È quindi di importanza cruciale allineare tutte le esperienze, sia che siano online o che siano offline. Non riguarda solo il “mobile web”: riguarda il supporto di cambiamenti radicali ma esaltanti che stanno accadendo nel modo in cui interagiscono i clienti e le aziende.
4. Non fate assunzioni#section7
Il mobile è una grande opportunità per sfidare le supposizioni: in questo caso, riguardanti il mobile stesso.
Non presumete che il vostro sito funzioni sui dispositivi mobile. I pattern pensati per un ambiente desktop relativamente fisso e stabile possono facilmente sgretolarsi su dispositivi in cui la dimensione di schermo, le capacità e i modelli di manipolazione variano. Ogni pattern non funzionante crea un’opportunità per infastidire qualcuno, o, nel caso peggiore, per farlo completamente arenare nel bel mezzo del task.
In uno studio recente, il 61% degli utenti ha detto che c’erano poche probabilità che ritornassero ad un sito web su cui avevano avuto dei problemi durante l’accesso dal proprio telefono. Si tratta di una serie di grandissime opportunità perse e, se non vi prendete il tempo di testare, non avrete idea di quali siano i problemi che gli utenti potrebbero dover affrontare.
Non supponete che tutti stiano usando il miglior device o quello più recente. Controllate sempre le statistiche. Nel Regno Unito, un sito tipico può ricevere il 60% di traffico da iOS, con il restante 40% suddiviso tra 70 device Android e mezza dozzina di Blackberry. Considerate inoltre che il traffico iOS può includere più versioni di iOS e almeno due diverse dimensioni di schermo, differenti densità di pixel e svariate potenze di CPU (avete provato a far girare un’animazione CSS su un iPhone 3G?).
Non supponente che il device più recente sia il più potente. I dispositivi Android sono particolarmente ingannevoli. I device Android più piccoli e meno costosi (60$-100$) stanno guadagnando popolarità. I produttori differenziano ogni prodotto equilibrando attentamente feature e materiali. Un dispositivo potrebbe avere una fantastica tastiera qwerty, ma una CPU più lenta. Un altro potrebbe avere l’ultima versione di Android ma un display meno reattivo e con specifiche più scarse. A meno di considerare tali implicazioni, queste caratteristiche dei device potrebbero definire l’esperienza molto meglio di come lo fareste voi.
Non supponete che tutti abbiano un touch screen. Sebbene sia ormai chiaro che viviamo in un mondo pieno di schermi, il modo in cui interagiamo con questi è ancora un’enorme variabile. Quasi il 30% dei dispositivi touch attualmente supporta anche un metodo di manipolazione diverso (spesso una tastiera o una trackball). Sebbene molti feature phone abbiano ora un touch screen, l’arrivo delle Smart TVs darà il via ad una nuova generazione di modelli di manipolazione indiretti e delegati.
Sta inoltre emergendo un nuovo gruppo di dispositivi senza alcun display di default.
5. Gli utenti mobile non fanno così#section8
Con internet in tasca, gli utenti non sono più costretti ad usare il web solo quando c’è a disposizione un computer e una connessione broadband. Al contrario, alcuni studi indicano un pattern emergente di periodi frequenti e brevi di utilizzo del web durante tutto il giorno. La lunghezza di queste sessioni varia ed è spesso in relazione con la parte del giorno, l’intenzione dell’utente e la dimensione dello schermo (per le sessioni più lunghe i tablet sono il mezzo più popolare). Questi nuovi e decisamente svariati comportamenti si scontrano contro la tradizionale “persona dell’utente mobile”, una persona che è perlopiù in movimento e non vorrebbe mai avere a che fare con task complessi sul proprio device.
Per ogni persona che naviga irregolarmente su uno smartphone mentre schiva le persone che fanno shopping nel centro commerciale, c’è un’altra navigazione di tre ore sul divano mentre si guarda la TV o mentre si è bloccati in aeroporto utilizzando il Wi-Fi. Un numero crescente di utenti stanno scegliendo il proprio telefonino come principale punto di accesso ad internet
Pertanto, non sorprende che per gli utenti mobile qualunque tipo di contenuto web è caccia libera, anche se l’usabilità di un piccolo schermo è pessima. Sebbene molti utenti possano abbandonare la navigazione quando c’è poca usabilità, è importante ricordare che quelli che insistono, passando 30 minuti cercando di completare l’acquisto complicatissimo di una polizza assicurativa sull’iPhone, sono le persone che vorrete davvero rendere felici. Nonostante tutta la fatica, vi hanno provato che vogliono davvero avere a che fare con il vostro brand.
6. Conoscete i vostri materiali#section9
Comprate alcuni device. Seriamente, comprateli adesso.
Parliamo regolarmente con agenzie che credono di poter pianificare, progettare e creare cose per questo nuovo ambiente basandosi su test estesi su desktop insieme ad alcuni test sull’iPhone del capo e ad un emulatore.
Ci sono moltissime ragioni per cui ciò sia insostenibile.
- I browser desktop non vi possono aiutare a valutare la performance del vostro sito (o la sua mancanza) perché saranno sempre più potenti della loro controparte mobile. Ci sono anche molte più probabilità che si aggiornino automaticamente e quindi è più probabile che abbiano le feature più recenti. Alcuni device mobile, inclusi certi dispositivi Android, non possono proprio essere aggiornati.
- I moderni emulatori sono più simili all’esperienza mobile rispetto ad un browser desktop, dal momento che forniscono un fac-simile ragionevole delle dimensioni di schermo comuni e (speriamo) offrono lo stesso browser (e la stessa versione di browser) che troverete su un device. Sono tuttavia equamente incapaci di dare informazioni riguardanti un qualunque aspetto di hardware o performance durante l’esperienza.
- E, nel caso ci dimenticassimo, la maggior parte degli utenti vedrà i vostri contenuti sulla rete di un operatore. Testare un sito su un desktop usando un Wi-Fi (super-veloce) non rivelerà le esperienze che affrontano gli utenti nel mondo reale usando una rete mobile Wi-Fi che va a singhiozzi in un coffee-shop o i proxy dell’operatore e i transcoders.
Oltre a ciò, testare su veri device “tenendoli nel palmo sudaticcio della vostra mano” è proprio bello. Ogni volta che fate test su un device vero, con un vero touch screen, tasti veri e impostazioni da utente vero, imparerete qualcosa. Ogni cosa che imparate vi aiuterà a progettare, pianificare, testare e stimare un budget in maniera più efficace per la volta successiva. Con test frequenti potrete determinare meglio quali browser o device chiave mancano alla vostra collezione, assicurando così che ogni nuovo acquisto di device saranno soldi spesi bene.
Crearsi una collezione di device richiede ovviamente un budget, ma con un minimo di pianificazione c’è molto che potete fare, anche con una somma modesta. E sebbene possa all’inizio sembrare scoraggiante, ci sono dei chiari step che potete seguire.
Non mentirò e non vi dirò che comprare device non sia costoso. Ma stanno diventando uno strumento del mercato e un costo del nostro business, proprio come le copie della Creative Suite o il vostro server Media Temple.
7. Mettete il contenuto davanti a tutto#section10
In un mondo in cui ogni kilobyte deve aggiungere valore, ciascun pezzo di contenuto deve sicuramente fare lo stesso. Far perdere tempo alla gente non è più un’opzione: gli utenti sono solo ad un click di distanza dalle cose che fanno altri.
Se non è assolutamente evidente, quello che fa fervere di attività internet è il contenuto. Se siamo chiaramente andati oltre il mero consumo, spendiamo ancora una gran quantità di “tempo online” scambiandoci link ad oggetti sociali come i libri, gli articoli, i film e, ovviamente, tra di noi. Ogni giorno, sempre più oggetti di questo tipo avranno una presenza (se non dimora fissa) sul web.
In un mondo post-PC è pertanto difficile immaginare uno scenario in cui dare priorità al contenuto non sarà la chiave per la rilevanza nel mercato. Ciò includerà:
- dare priorità al contenuto nei chrome,
- rimuovere il disordine e le distrazioni non necessarie,
- assicurarsi che il contenuto sia largamente accessibile,
- assicurarsi che i link si risolvano in maniera aggraziata, indipendentemente dalla piattaforma,
- creare markup “future-friendly” che abbracci qualunque nuovo contesto o contenitore possa saltar fuori.
Potrebbe anche voler dire rivalutare le vecchie assunzioni riguardanti ciò che rende il contenuto veramente rilevante, siano esse il look and feel, la redazione, il contesto, la struttura, i metadati o magare le API.
Cominciate oggi!#section11
Il futuro potrebbe essere impredicibile, ma l’opportunità è troppo grande per lasciarsela scappare. Non fatevi intrappolare dall’“attesa per il grande redesing mobile” per migliorare il modo in cui ingaggiate il vostro pubblico sul web.
Creare una presenza online “future-friendly” non è una riga sul budget per l’anno prossimo. Non c’entra con la creazione di un sito mobile o di un sito responsive. Riguarda l’essere sicuri dell’importanza delle vostre comunicazioni in un ambiente sempre più variegato ed esigente.
“Questa rivoluzione è almeno tanto grande quanto la precedente, la quale ha cambiato tutto.” –Seth Godin (che per una volta non ha parlato esclusivamente del web).
Illustrazioni: {carlok}
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