Ho passato gran parte della mia carriera in istituti di educazione superiore e, durante tutto questo periodo, ho avuto la fortuna di lavorare con molti studenti incredibili. Quelli che prima erano stagisti ora sono connessioni su LinkedIn che lavorano per show televisivi, editori di libri, siti molto noti e grandi, agenzie pubblicitarie e aziende di PR, e la lista dei loro job titles e datori di lavoro mi rendono orgogliosa. Lungo il percorso ho cercato di dar loro progetti interessanti (quando disponibili), referenze entusiastiche(quando le meritavano) e suggerimenti utili per la loro carriera (quando richiesti).
E nonostante il loro successo, mi sentivo sempre inadeguata, avrei potuto dargli di più.
Dopotutto, le opportunità per fare da mentore non si limitano agli stage e ai programmi ufficiali: c’è molto che possiamo fare noi singoli individui per essere dei modelli di comportamento, ambasciatori e insegnanti per i professionisti del web di domani.
L’insieme di capacità evolverà e le tecnologie cambieranno, ma possiamo creare le esperienze digitali del futuro già da oggi, attraverso i valori e le attitudini che instilliamo nella futura generazione dei lavoratori del web.
Trovare nuovi livelli di apprendimento#section1
Il web è cresciuto parecchio da quando ho cambiato il mio percorso di studi al college e insieme alla sua evoluzione è cambiato anche la nostra comprensione di esso e il nostro comportamento nei suoi confronti. “Farlo nel modo giusto” richiede capacità strategiche come testing, misurazione e pianificazione; capacità interpersonali come negoziazione, leadership e collaborazione e infine capacità tecniche quali la scrittura, la programmazione o il design.
Ma la vera domanda è: l’educazione della futura generazione di professionisti del web è maturata in maniera congrua? Quanto stanno imparando del mestiere di muratore rispetto a quello di architetto? Non voglio condannare i percorsi formativi dei college e delle università, dove stiamo cominciando a vedere più corsi, certificazioni e programmi di laurea che riflettono questo approccio: voglio riconoscere la nuova natura dell’educazione al giorno d’oggi, ossia sperimentale, fluida, talvolta tortuosa e altamente collegata.
Parliamo spesso di come il successo del nostro lavoro sia determinato dalla forza delle nostre relazioni e dalla nostra capacità di lavorare con le persone. Questo è quello di cui Jonathan Kahn ha parlato e su cui ha lavorato con la Dare Conference. Dobbiamo estendere quel modo di pensare alle relazioni che creiamo gli uni con gli altri e, in particolare, con i futuri professionisti che un giorno prenderanno il nostro posto al tavolo del cliente.
Mi è sempre stata molto cara l’attenzione che il nostro settore mostra regolarmente e, nonostante i problemi seri quali il sessismo, la diversità e le molestie, quanto sia presente un senso travolgente di giustizia e supporto. All’interno della nostra professione abbiamo creato una comunità speciale. Dal momento che i nostri futuri colleghi sono tra questi studenti, diamogli il benvenuto al suo interno.
Portate le vostre esperienze in classe#section2
I futuri professionisti del web richiedono connessioni con i propri pari e con i leader del settore e che si migliorino le esperienze di apprendimento. Possiamo creare tali connessioni incontrando gli studenti dove li si trova di solito: nelle loro classi. Quali programmi universitari e post-universitari nella vostra zona sono in linea con il vostro insieme di skill? Mettetevi in contatto con i membri importanti delle facoltà di giornalismo, pubbliche relazioni, informatica, interazione uomo-macchina, graphic design, scrittura tecnica e altri dipartimenti, per capire se stanno cercando dei guest speaker.
La brand and content strategist Margot Bloomstein ha parlato una dozzina di volte in lezioni universitarie e ha invitato i nomi più noti del settore a parlare durante le sue lezioni di content strategy alla Columbia University. Il mio complice per Meet Content, Rick Allen, insegna editoria digitale all’Emerson College di Boston ed è stato così gentile da invitarmi due volte a fare un intervento per i suoi studenti diplomati (e a volte penso che l’esperienza si più gratificante per me che per loro!).
Potete anche mettervi direttamente in contatto con i career center del college. Amanda Costello, una content strategist della University of Minnesota, ha avuto successo con questo approccio e ha lavorato con loro per organizzare e promuovere eventi in cui parla del suo lavoro con studenti che potrebbero essere interessati in una professione del web.
Se, dopo una serie di lezioni come ospite, ci prendete gusto, mettetevi in contatto con questi programmi o con il college della vostra comunità locale per vedere se stanno cercando nuovi membri per il loro staff e cominciate a tenere il vostro corso. È un impegno enorme in termini di tempo, ovviamente, ma insegnare è un ottimo modo per affrontare il vostro lavoro con occhi nuovi e magari scoprire una cosa o due che non sapevate prima, mentre condividete la vostra conoscenza con un pubblico animato da vivo interesse.
Espandere le opportunità di apprendimento al di fuori del campus#section3
Invitate gli studenti al prossimo evento locale del settore, Hackaton? Content strategy meetup? UX book club? Va bene tutto. Lavorate con i professori che insegnano in corsi rilevanti per vedere se i loro studenti possono avere dei crediti extra per la partecipazione o magari ospitate una “student night” con interventi lampo in cui possono illustrare le loro ricerche o i loro punti di vista sul settore che si saranno fatti fino ad allora. In maniera simile all’approccio di Costello, mandate delle informazioni riguardanti il vostro evento di networking professionale direttamente ai career centers così che possano promuoverlo agli studenti che potrebbero essere interessati.
Possiamo anche avere ottimi contatti al di fuori dei locali dell’università. Karen McGrane ha scritto recentemente su come rende 30 minuti di tempo che aveva ricevuto a chi glielo chiede per rendere il favore ad un insegnante universitario di cui non riesce nemmeno a ricordare il nome, che l’aveva aiutata a scoprire il programma di laurea e in definitiva una carriera adatta a lei.
Quel post mi stava ancora girando per la testa quando mi sono accordata recentemente per incontrare una giovane donna che si era messa in contatto con me via Twitter. La intrigava il mio titolo professionale, era curiosa su come fossi arrivata dove sono e si stava chiedendo quali potessero essere i suoi futuri passi. Chiudemmo la nostra conversazione di trenta minuti con un caffé sul patio del Au Bon Pain promettendomi di mettersi in contatto con una mia precedente stagista, che avevo consigliato quando faticava a trovare il suo posto dopo la laurea e l’avevo osservata mentre emergeva piena di sicurezze con un lavoro gratificante nel campo che aveva scelto.
Non so se quel contatto l’aiuterà, o se nulla di quello che ho detto in quei trenta minuti potesse aver senso, ma se non altro, so che l’ho rassicurata che ci sono persone nel settore che hanno la volontà di incontrare una perfetta sconosciuta per trenta minuti un martedì e parlare di lavoro. È molto importante per qualcuno che sta cominciando la sua carriera professionale e sta cercando un suo spazio.
Rendere le conferenze più accessibili per i giovani partecipanti#section4
Siamo fortunati a lavorare in un settore con molte opportunità di sviluppo professionale, eventi in cui possiamo radunarci di persona e imparare gli uni dagli altri. Dobbiamo lavorare sodo per portare nella mischia gli studenti universitari. Ci sono due ostacoli principali: preparazione e budget.
Col tempo, è possibile far sì che gli studenti prendano coscienza delle opportunità delle conferenze (sia per presentare sia per partecipare), ma un problema più difficile da risolvere è il budget. La matricola universitaria media non ha le risorse per pagarsi il biglietto di una conferenza, per non parlare poi dell’aereo e dell’hotel. All’interno di un’università, uno studente potrebbe ricevere dei fondi dall’ufficio del rettore o da un fondo di un professore per progetti speciali per partecipare a conferenze accademiche. Ma per gli eventi professionali?
Dal momento che ai vari eventi girano molti dollari degli sponsor, prendiamo in considerazione la possibilità di offrire delle borse di studio per selezionare studenti che parteciperanno o una tariffa studentesca scontata, come fanno già alcune conferenze (come An Event Apart). In questo modo, per due anni consecutivi, Facebook ha sponsorizzato delle associazioni di content strategy che hanno pagato la partecipazione di tre studenti alla conferenza annuale di content strategy Confab Central, oltre ad estendere un’opportunità per candidarsi per uno stage di content strategy con il gigante dei social network. Alcune conferenze, come UXPA, organizzano un programma di volontariato per studenti che aiutano lo staff della conferenza e in cambio offrono una esperienza gratuita della conferenza (incluse le opportunità di networking). Se le sponsorship e le scholarship non sono possibili, le conferenze dovrebbero lavorare con i college per permettere la frequenza agli eventi importanti per la carriera degli studenti che possano fungere da crediti formativi.
E se provassimo a fare un passo più in là e creassimo delle esperienze di sviluppo professionale solo per gli studenti? Ci sono attualmente in corso due iniziative di questo tipo. Una è la Center Centre dello Unicorn Institute, un progetto educativo focalizzato sullo user experience design capeggiato da Jared Spool e Leslie Jensen-Inman. Inoltre, la conferenza HighEdWeb ha introdotto il CrowdSource Summit, una sub-conferenza indirizzata agli studenti del college con lo scopo dichiarato di fornire loro una prospettiva multi-disciplinare e umana sulle professioni web. (Full disclosure: ho fatto una talk al CrowdSource Summit a Ottobre).
Sebbene la partecipazione sia fantastica, presentare è ancora meglio. Aiutando ad organizzare Confab Higher Ed gli scorsi due anni, sono particolarmente orgogliosa del fatto che abbiamo incluso delle sessioni che mostrano non solo gli sforzi di comunicazione creati dagli studenti, ma che permette agli studenti di essere co-presentatori. E offrire queste opportunità può produrre risultati. Recentemente, ho appreso che uno degli studenti speaker dello scorso anno ha ottenuto un lavoro come social media manager a Dartmouth in parte grazie alla raccomandazione della content strategist Sarah Maxell Crosby, che aveva partecipato alla sessione di Supinka. Spero di vedere continuare questo trend e che possa avere eco in altre conferenze.
Questo aumento degli accessi per gli studenti dovrebbe andare di pari passo col rendere le attività sociali delle conferenze meno incentrate sul bere e creare più eventi sociali per tutte le età. La technical editor di A List Apart e front-end developer Anna Debenham ha scritto recentemente su questo argomento sul blog di ALA, osservando che tutti gli sforzi che ho illustrato qui saranno inutili se non gestiamo anche la componente sociale. Osserva che “Più gente giovane incoraggiamo a partecipare, più li escludiamo da questi eventi”. (Debenham ha perfino realizzato delle comode linee guida per gli organizzatori di eventi).
Espandere gli orizzonti degli stagisti#section5
Se nella vostra azienda ci sono degli stagisti, non limitate il loro coinvolgimento a task come la ricerca, rispondere alle email o il bug fixing. Fategli investire nella cultura della vostra organizzazione discutendo insieme questioni riguardanti i clienti, i progetti, i processi, i deliverable e i trend del settore e metteteli alla prova. Fateli partecipare ad un kickoff meeting, a un client pitch o alla presentazione dei deliverable, ed incoraggiateli a condividere le loro idee nel modo più appropriato. All’inizio dello scorso anno, Jim Ross scrisse per UX Matters non solo del modo in cui gli stagisti possono ottenere il meglio dalle loro opportunità, ma anche in che modo le aziende possono dare agli stagisti delle esperienze lavorative illuminanti e produttive. L’azienda di web design Upstatement di Boston offre un tirocinio di sviluppo che sembra essere una di queste posizioni.
L’altro giorno, stavo facendo la call settimanale per lo stato di avanzamento lavori con un cliente. Il nostro project manager chiamò a partecipare la nostra studente cooperante che aveva lavorato al design di una landing page e le chiese di spiegare al cliente le varie opzioni e le motivazioni che stavano dietro a ciascuna. Il PM avrebbe potuto facilmente riassumere il lavoro, ma al contrario chiese alla nostra stagista di rappresentare il suo lavoro, che, devo aggiungere, è piaciuto al cliente.
Inoltre, fate parlare gli stagisti con persone che ricoprono ruoli che si discostano dalle loro capacità o dalla loro comfort zone: programmatori, project managaer, IA, specialisti di UX, content strategist, designer… Scegliete voi. Queste mini opportunità di affiancamento con dei colleghi esperti li aiuterà a stabilire un approccio a tutto tondo al lavoro sul web.
Un paio di anni fa, scrissi per Meet Content del modo in cui gli studenti lavoratori possono aiutare a supportare il lavoro di content strategy (sia dalla prospettiva dello staff come quello che gestisce gli studenti e che assegna loro il lavoro, sia dal punto di vista dello studente ossia di qualcuno che sta pensando ad un percorso per la propria carriera e che sta cercando lavoro pagato che lo aiuti ad avanzare). L’anno scorso, una stagista di design in Fastspot scrisse in maniera brillante sul blog dell’azienda di quanto si fosse lasciata profondamente coinvolgere dal processo dell’agenzia durante quel lavoro. È attraverso queste prime esperienze lavorative, significative e coinvolgenti, che gli studenti scoprono le loro vere attitudini professionali, così come le cose che non gli piacciono, che sono altrettanto importanti.
Creare il futuro#section6
In una presentazione del 2010 a HighEdWeb, Dylan Wilbanks (all’epoca della University of Washington) esortò il pubblico a non farsi abbattere dalle politiche dell’educazione superiore e a non farsi il sangue amaro per quelle. Ci supplicò: “Amate il web, amate l’educazione superiore, amate le persone”.
Pensando all’importanza del mentoring, ritorno alle parole di Wilbanks. Possiamo amare il lavoro che facciamo, sì, ma amiamo anche il nostro settore e le persone che ci lavorano. Questo amore è il motivo per cui non solo mi interessa come sarà il web tra cinque, dieci, vent’anni, ma anche la nostra professione e la nostra comunità.
In un post di Agosto su The Pastry Box Project, Brad Frost ci ha ricordato l’importanza di essere consapevoli di noi stessi come professionisti, chiedendoci sempre perché facciamo quello che facciamo e non venendo semplicemente trasportati dall’abitudine del fare le cose. Ha scritto: “Capire perché ci piace fare ciò che ci riesce meglio ci prepara per qualunque cosa abbia in serbo il futuro per noi.”. In breve, dobbiamo attivamente interessarci!
Più comunichiamo apertamente quello che ci spinge, meglio staremo noi, i nostri colleghi e i nostri futuri colleghi. Usiamo forum come questo per discutere e far evolvere la nostra comprensione sia del web sia di noi stessi come professionisti, per il bene di tutti.
Allo stessa stregua, dal momento che ci teniamo così tanto, dovremmo dedicarci in maniera simile alla prossima generazione di professionisti del web. Dovremmo lavorare per coltivare la loro passione ed esplorazione e il loro gradimento per un approccio a tutto tondo al lavoro sul web, così che possano portare il web dove non abbiamo mai nemmeno immaginato. Ora, questo è essere future-friendly.
Illustrazioni: {carlok}
Nessun commento
Altro da ALA
Webwaste
Uno strumento essenziale per catturare i vostri progressi lavorativi
Andiamo al cuore dell’accessibilità digitale
JavaScript Responsabile, Parte II
JavaScript Responsabile: parte prima