Il popolo Tiv della Nigeria racconta una storia sul mondo antico, in cui le cose erano diverse. Narra di Aondo, il Cielo, e di come abbia perso la relazione con gli umani. quando la Terra era ancora giovane, Aondo era così vicino che le persone potevano allungare le mani e toccarlo. Per molti anni, gli umani e lui vissero un’esistenza tranquilla e ognuno pensava ai fatti propri.
Un giorno, però, tutto cambiò. Aondo sedeva al suo posto sopra la Terra, guardando le persone che andavano e venivano, quando se ne uscì fuori la donna più bella che avesse mai visto. Aondo era affascinato da lei, quindi cominciò ad avvicinarsi a lei, finché non le fu troppo vicino e la guardò cucinare. All’improvviso, mentre stava cucinando, la donna lo colpì accidentalmente sul naso.
Aondo si fece male e, imbarazzato, si ritirò lontano, sempre più lontano, finché fu molto sopra la terra. Questo è il motivo per cui, secondo i Tiv, non si può toccate il cielo.

Pixel Fable è una collezione di storie Africane interattive per bambini.
Io sono un Tiv e sono cresciuto con favole come questa. Nel 2011, ho creato Pixel Fable per poter raccontare queste storie Nigeriane in maniera digitale. La storia di Aondo, “Why the Sky Is Far Away”, è stata la prima che ho progettato e realizzato. Ho utilizzato la realtà aumentata per far sì che le animazioni sembrassero più interattive (oltre ad un meraviglioso “spaghetti parallax JavaScript”), ma la storia era ancora una singola pagina HTML, raccontata da una prospettiva, insieme ad una timeline lineare. La mia traduzione dalla narrazione orale alla pagina web era troppo diretta: non avevo catturato i modi plurisfaccettati in cui una storia può esistere online.
Per esempio, avrei potuto costruirne due versioni, basandomi sullo stesso HTML, suddividendo il punto di vista della donna e quello di Aondo. Le narrazioni in competizione rendono i lettori dei detective che esplorano e mettono a confronto i dettagli per comprendere l’intera storia. Oppure, avrei potuto incorporare la visualizzazione dei dati perché rispecchiasse lo stato d’animo di Aondo: combinando dati meteorologici come i temporali e le temperature con un “Indicatore del mood del cielo”, avrei potuto progettare lo stato emotivo di Aondo come una sfaccettatura visuale separata.
Entrambe le strade offrono dei modi per ruotare o frammentare la storia, per aggiunger layer alla narrazione centrale, per trasformare l’originale racconto Tiv in un’esperienza collegata non lineare, con più sfumature, più vicina a come funziona il web stesso.
Voglio farlo per Pixel Fable e voglio anche mostrarvi come farlo. Ciò significa avventurarsi oltre la narrazione “scroll” di base. Ma prima, diamo un’occhiata più da vicino a quello che fanno le storie non lineari.
Il ruolo della narrazione non lineare sul web#section1
Il web opera in modi che possono entrare in conflitto con la nostra visione tradizionale di cosa sia una “storia”, con un inizio e una fine prestabiliti. Il contenuto è suddiviso in pezzi, mandato su vari canali, device e formati. Data questa distribuzione irregolare dell’informazione, come definiamo le linee della storia, i personaggi, le interazioni e il ruolo del pubblico?
Suggerimento: con le narrazioni non lineari. Si tratta di collezioni di contenuto correlato, organizzato attorno a una storia. Comprendono video, testi, link, audio, mappe e grafici. La loro natura scomposta e compartimentalizzata gli dà una flessibilità incredibile e li rende il veicolo perfetto per il nostro modo di esplorare online, saltando da un pezzo di informazione al successivo.
Anche se non seguono necessariamente la classica struttura della storia, hanno ancora molte delle stesse parti: eroi, antagonisti, posti, trame. Quello che potrebbe sembrare inatteso è il modo in cui questi vengono sviluppati e sono connessi. Uno dei super poteri delle narrazioni non lineari è il modo in cui vi permettono di costruirci sopra e rifinirle nel tempo. Per esempio, le card di Vox e gli story stream ci aiutano ad aggregare informazioni su notizie complesse postando pezzi rilevanti man mano che si sviluppano, sia che si tratti di un Q&A sull’esplorazione umana di Marte che fornisce il contesto in forma di piccoli pezzi, o uno stream con maggiori informazioni su un’epidemia. Questi aggiornamenti nel tempo permettono ai designer e ai creatori di reagire al feedback del pubblico.
Inoltre, le narrazioni non lineari offrono al pubblico maggior possibilità di intervento. La gente vuole imparare, essere sorpresa o che si stuzzichi la sua curiosità, o intrattenuta e le storie non lineari offrono la possibilità di partecipare. La loro struttura frammentata ha bisogno di un pubblico: senza lettori o spettatori, la narrazione non può essere esperita nel suo significato completo. Di contro, questo ci obbliga a progettare storie che lavorano con, non contro, la natura fluida del web (o quella che Frank Chimero definisce the “edgelessness”).
Supponiamo che abbiate un’idea per una storia. Come collegate questi vari elementi in maniera coesa? Potete cominciare scegliendo due o tre parti e combinandole in un blocco più grande, che poi forma la parte principale della vostra storia digitale. Questo blocco può essere mostrato ovunque, in qualunque momento, quando la storia lo richiede. Per esempio, una storia di Pixel Fable in via di realizzazione mette insieme una mappa di Google con immagini e testo che definiscono i posti chiave (come il luogo di nascita di un cattivo pazzo) o raccontano la storia vera di un’ambientazione.
Quindi, questa è la struttura di una narrazione non lineare, ma tali narrazioni hanno una serie di forme. Guardiamole più da vicino.
Tipi di narrazioni non lineari#section2
Non è un formato esclusivo del web. Dalle antiche storie di Scheherazade, che tessevano insieme più linee narrative, fino al film Memento, che imita le strutture dell’ipertesto, vediamo moltissime strutture non lineari efficaci al di fuori di internet. Lo stesso vale per l’ispirazione di Pixel Fable, ma quello che è cominciato centinaia di anni fa come un intreccio di storie orali, prende ora una nuova forma online.
Man mano che esaminiamo queste nuove forme, vi esorto a notare la struttura della storia, come sono collegati gli elementi e in che modo catturano la vostra attenzione. Potreste chiedervi:
- Cosa chiedono di fare il sito o la app al pubblico? Osservate la UI e il copy: l’esperienza è attiva (chiedendo ai visitatori di fare azioni specifiche online/offline) o passiva (chiedendo loro solo attenzione)?
- Che relazione hanno tra loro gli elementi? Rinforzano la storia centrale o offrono un contrappunto? Che tipi di contenuto sembrano essere “l’accoppiata naturale” gli uni per gli altri? Come sono ordinati gli elementi: le interazioni tra i pezzi di contenuto creano un senso di ritmo?
- Qual è la collezione più piccola di contenuto che presa da sola può farvi ancora capire la narrazione?
Racconti extra#section3
I racconti extra combinano una storia o un argomento centrale con molte tangenti. “The Serengeti Lion” del National Geographic ha un tema centrale: la vita del branco di Vumbi. Video, immagini e commenti sono ramificazioni che arricchiscono quella storia, permettendovi di vedere – e ascoltare – la vita nelle pianure, offrendo cose come le viste aeree da un drone o i suoni del branco che sgranocchiano ossa di zebra. Potete saltare velocemente da un ramo all’altro con link contestuali, scrollando o partendo da un indice.

Narrazioni disgiunte#section4
Sebbene le narrazioni disgiunte ruotino attorno ad un tema comune, le connessioni sono molto più deboli. Tipicamente, si tratta di una serie di vignette caotiche. Documentari su posti grandi e complessi sono un buon esempio di questo tipo di narrazione e “Lagos Wide & Close” ne è un ottimo esempio. Con una varietà di blocchi di contenuto che formano più prospettive, interviste e location, il sito evoca la vastità polverosa e confusa della metropoli di Lagos, sia da vicino sia da lontano. La città funge da protagonista centrale e i vari intervistati e le diverse location diventano vignette su una megalopoli selvaggia.

Narrazioni parallele#section5
Come suggerisce il nome, queste mostrano due storie che avvengono allo stesso momento, spesso con obiettivi in competizione e conclusioni che rendono le narrazioni parallele ideali per i contrasti.

Moon dell’UNICEF segue le vite parallele di due bambini. Ognuno si sveglia alla mattina e fa la sua solita vita: uno finisce a lavorare in una fabbrica per poter vivere, mentre l’altro va a scuola e diventa un astronauta. Dopo che si inserisce un breve codice per collegare il sito desktop al proprio smartphone, il vostro telefono diventa un controller. Quando ruotate il telefono, ruotate lo schermo del desktop di 180° per guardare lo svolgersi della vita.
È un utilizzo intelligente della tecnologia e la storia stessa comunica una cosa molto importante sulla povertà, sulla ricchezza e sull’ineguaglianza dell’educazione. (Lo so, c’è un’ironia sottile nell’interagire con una storia sulla povertà utilizzando due device digitali molto costosi).
Narrazioni da database#section6
Queste sono probabilmente le più vicine al tipo di lavoro che fanno tutti i giorni i designer e i developer. Le narrazioni da database utilizzano i metadati, gli ARIA roles e contenuto taggato per generare automaticamente i contenuti. Assumono più comunemente la forma di data visualization, in cui il significato di una storia spesso deriva dall’inquadratura esplicativa (con il copy) e dalla giustapposizione di dati.

La mappa della disuguaglianza e della metropolitana di New York tratta dal New Yorker.
Per esempio, la mappa metropolitana-disuguaglianza tratta dal New Yorker crea una narrazione elegante ed interattiva sulla disparità di ricchezza, partendo dai dati del censimento, apparentemente imparziali. I visitatori possono cliccarvi per vedere come varia il reddito, a volte sensibilmente, tra le linee e le stazioni della metropolitana e i loro quartieri. Le narrazioni da database sono un modo efficace per trasmettere molti dati in un piccolo spazio.
Micro-narrazioni#section7
A volte vogliamo raccontare delle piccole storie indipendenti che, al più, potrebbero condividere un’interfaccia con altre micro-narrazioni. Il focus è sulle storie individuali: potete guardare le micro-narrazioni da sole, senza perdere alcun riferimento o concetto. Questa struttura è specialmente utile per il contenuto generato dagli utenti (come le raccolte).

Il sito Hi fa questa cosa meravigliosamente. È una piattaforma per catturare e scrivere di diversi momenti in tempo reale. I visitatori esplorano le storie di foto e testo, sorrette da commenti privati opzionali da parte dei lettori, su posti sparsi in tutto il mondo. Ogni storia viene inoltre aggiunta su una Google map: questo livello extra di funzionalità condivisa dà al sito una sensazione di maggior coesione, mentre permette a ciascuna storia di stare in piedi da sola.
Ok, abbiamo visto i principali blocchi costitutivi della cassetta degli attrezzi delle narrazioni. Ora, consideriamo cosa le rende davvero significative: il vostro pubblico.
La partecipazione del pubblico e i loop di feedback#section8
Le narrazioni digitali dipendono pesantemente dall’esperienza del pubblico. Con così tanti potenziali punti di ingresso alla vostra storia, dovete definire il ruolo che volete che giochi il pubblico. Una sorgente costante di tensione è chi controlla la storia: voi (come autori) o il vostro pubblico? Indipendentemente dalla forma di narrazione che avete scelto, è qualcosa che avete progettato per ottenere uno scopo specifico. Il vostro pubblico, tuttavia, non sarà contento di sedersi di fronte a uno schermo e seguirvi. I vostri visitatori vogliono l’abilità di scegliere il proprio percorso, quello che vedono e l’ordine in cui lo vedono, nei vostri blocchi di contenuto. Sta a voi creare situazioni e narrazioni che prendano in considerazione questi aspetti.
Fortunatamente, abbiamo alcune strategie che vi possono aiutare in questo senso ed equilibrare la tensione tra autore e pubblico.
Incoraggiate l’esplorazione#section9
Questo approccio sfrutta i punti di forza delle narrazioni non lineari: divagazioni significative nel tempo. Create un framework pieno di ramificazioni del contenuto, lasciando liberi i vostri visitatori di scegliere quello che più gli interessa. La “discoverability” (possibilità di scoprire) è fondamentale in questo caso: il vostro compito è di offrire sufficienti indizi così che i visitatori sappiano cosa fare, per poi potersi muovere da soli. Marcate chiaramente i possibili percorsi con delle etichette che istruiscano, con animazioni e anche con la codifica in base al colore. Create strutture di menu che diano la priorità alla scelta piuttosto che al semplice recupero delle informazioni. Per esempio, raggruppate simili blocchi di narrazione in un grande menu slideout o accoppiate domande e thumbnail, invece di fare affidamento solo sui link testuali. Man mano che sviluppate più contenuto, aggiungetelo al framework come un nuovo ramo da esplorare.

Seven Deadly Digital Sins.
Per esempio, il microsito “Seven Deadly Digital Sins” del Guardian ha un set incredibilmente complesso di storie e contenuto sparpagliato. ll layout ampio, che mostra i peccati raggruppati in thumbnails, e la musica lenta e misurata che incoraggia le persone a vivere la narrazione al proprio ritmo.
Spingete il pubblico all’avere un ruolo#section10
Oppure, date al vostro pubblico più possibilità: metteteli nella vostra storia. Con questo approccio, prendete il vostro framework e impostate i parametri per i contributi del pubblico.

Flight Paths.
Nel 2001, il Guardian ha riportato una storia triste e raccapricciante. Il corpo di un uomo era caduto dal cielo ed era atterrato in un parcheggio di un negozio di casalinghi nel Regno Unito. Saltò fuori che si trattava di un passeggero clandestino pakistano che si era nascosto nell’alloggiamento della ruota di un Boeing 777 proveniente dal Bahrain. Dopo essere morto per assideramento, era caduto fuori dall’alloggiamento della ruota quando l’aereo stava per atterrare.
Alcuni anni dopo, Kate Pulliger e Chris Joseph crearono Flight Paths, basandosi su questo ed altri eventi simili aventi come protagonisti i clandestini. Dopo aver ideato un setup attorno alla vita di un immaginario clandestino di nome Yacub, invitarono circa 70 lettori ad aggiungere immagini, video e testo a quello che avevano definito come un “networked novel”. Continuano a sviluppare la narrazione, più recentemente con una API, che impacchetta e pubblica quella storia da incubo in una varietà di formati.
È un grande esempio del modo in cui una comunità di internet ha creato una narrazione extra partendo dai frammenti. Il vostro pubblico potrebbe sentirsi come se ci fosse stato un maggior investimento su sé stesso in una storia che ha aiutato a costruire. Tuttavia, è importante essere chiari su quello che i partecipanti possono aspettarsi. Dovrete modellare i tipi di contenuto a cui siete più interessati a ricevere (includere suggerimenti specifici, esempi di copy, etc.). Dovrete anche capire in anticipo come gestire le questioni relative all’attribuzione, alla proprietà e ai pagamenti. Per l’esperimento di Pullinger e Joseph, alcune persone che avrebbero potuto contribuire hanno giustamente chiesto se Flight Plans avrebbe “monetizzato” sul contenuto e, se così fosse stato, quanto valeva il loro lavoro? Assicuratevi di fornire queste risposte nei vostri Termini e Condizioni.
Cos’è vs. cosa succederebbe se#section11
In tutto questo, dovete capire la differenza tra cos’è e cosa succederebbe se. Quando ho cominciato a lavorare a Pixel Fable, volevo che il pubblico vedesse la mia storia, i personaggi e le azioni attraverso i miei occhi. Volevo determinare cosa è. Ma internet ci chiede di dare al pubblico il controllo su aspetti essenziali della storia così che non perdano interesse e si spostino altrove. I remix sono un altro modo per mantenere attiva la curiosità dei visitatori. Progettando blocchi di narrazione che il pubblico può riconvertire, permettiamo agli utenti di chiedersi “cosa succederebbe se”, che risulta in una nuova fan art e contenuti digitali tangenziali che non vi sareste mai immaginati. È una cosa potente.

Midsummer Night’s Dreaming.
In Midsummer Night’s Dreaming, una collaborazione tra Google e la Royal Shakespeare Company, il pubblico è stato invitato a partecipare in una performance live. Utilizzando Google+ come “palco” digitale, le persone potevano postare video in cui recitavano le loro scene preferite, indossavano costumi, facevano osservazioni o mostravano della fan art. Potevano immaginare scenari e finali alternativi per i personaggi famosi di Shakespeare. Il progetto ha permesso a chiunque ami A midsummer Night’s Dream di rispondere alla domanda: “E se fossi io sul palco?”
Creare obiettivi narrativi (punti di frizione) e thread di narrazione#section12
Dunque, avete progettato collezioni di contenuto per una storia, magari li avete addirittura separati tra siti o piattaforme. Avete eventi specifici con cui volete far interagire il pubblico, quelli che approfondiscono la loro esperienza. Sebbene i punti di ingresso e di uscita alla vostra storia siano in gran parte lasciati al pubblico, potete aiutarli nel loro viaggio definendo dei chiari obiettivi narrativi, o punti di frizione: posti in cui il pubblico dovrà fermarsi, esplorare e interagire con gli elementi chiave della narrazione.
Che aspetto ha un obiettivo narrativo efficace? Potrebbe essere un evento che conduce al punto culminante, immagini e video affascinanti o addirittura un puzzle da risolvere. Che parte della vostra esperienza farà guardare più in là le persone e metterà insieme i pezzi più disparati? Nella mappa della disuguaglianza del New Yorker, un obiettivo primario consiste nel far cercare al pubblico la propria stazione e scoprire il guadagno medio di chi abita in quella zona. Trovare il proprio quartiere o un posto che riconoscono è un task che obbliga il pubblico a rallentare e a guardare i dati. Il contrasto visuale che ne risulta, in questo caso la (relativa) ricchezza e povertà, diventa un punto di frizione.
I thread narrativi sono il percorso tra i vostri obiettivi: spostano il pubblico da un blocco di contenuto all’altro. Un thread può essere un semplice link tra due pagine HTML o magari una più complicata location geotaggata su una mappa. In “Lagos Wide & Close” e “The Serengeti Lion”, possiamo vedere questi thread impostati come UI. I pulsanti avanti e indietro, i menu di selezione della location e altri elementi dell’interfaccia funzionano come connettori. Sul sito Hi, le categorie che stanno dietro ad ogni momento catturato permettono al visitatore di passare da una storia all’altra.
Un posto per le narrazioni non lineari#section13
Internet continua a crescere. Mentre progettiamo esperienze più grandi e diffuse, dobbiamo essere sicuri che siano connesse e accessibili dal nostro pubblico.
La mia esperienza con Pixel Fable mi ha costretto a guardare oltre ai formati narrativi tradizionali. Conosco le storie che voglio raccontare e qui è dove entrano in gioco queste idee sulle narrazioni non lineari. Posso identificare i pezzi di contenuto che voglio, i punti di frizione, il grado di partecipazione per l’audience e il modo in cui usare i thread narrativi per collegarli tutti insieme per creare esperienze in cui immergersi, esperienze digitali con sfumature.
In questo articolo abbiamo osservato concetti e strutture specifiche che potete adattare al vostro lavoro. Intrattenete, sorprendete ma soprattutto coinvolgete il vostro pubblico: incoraggiatelo a chiedersi cosa succederebbe se mentre naviga tra i mondi che avete creato.
Illustrazioni: {carlok}
Nessun commento
Altro da ALA
Webwaste
Uno strumento essenziale per catturare i vostri progressi lavorativi
Andiamo al cuore dell’accessibilità digitale
JavaScript Responsabile, Parte II
JavaScript Responsabile: parte prima